Il saluto romano ad Acca Larenzia, l'attacco del rabbino di Venezia: «Rigurgiti antisemiti»

Venerdì 12 Gennaio 2024 di Marta Gasparon
Il saluto romano ad Acca Larenzia, l'attacco del rabbino di Venezia: «Rigurgiti antisemiti»

VENEZIA - Una data - quella del 27 gennaio - che quest’anno porta con sé una valenza diversa, specie in una città che non può che mostrarsi particolarmente sensibile al momento storico attuale, vista la presenza del Ghetto ebraico, e dove i controlli sono stati incrementati con lo scoppio del conflitto in Medio Oriente. Un’area che si confermerà ulteriormente osservata speciale in vista del Giorno della Memoria, un’occasione per ricordare le vittime della Shoah ma anche per riflettere su quanto sta avvenendo in questi mesi. Cercando di trovare «il coraggio – come sottolineato ieri dal rabbino capo della comunità ebraica di Venezia, Rav Alberto Sermoneta, nel corso della presentazione del fitto calendario di iniziative – di prendere una strada, una direzione, poiché saltellare da una parte all’altra non è possibile». Una data che in questo 2024 porta sullo sfondo l’ombra di «un rigurgito enorme di antisemitismo, con manifestazioni che ci fanno tremare i polsi, riportandoci all’Italia fascista del 1938», ha aggiunto Sermoneta, con riferimento alla cerimonia di commemorazione dei fatti di Acca Larenzia e al saluto romano che l’ha contraddistinta. «Non siamo rancorosi e non serbiamo odio, ma il ricordo è qualcosa di fondamentale per la vita dei popoli», ha detto il rabbino capo soffermandosi sull’importanza di non lasciarsi trascinare da propaganda o indottrinamento. «Purtroppo, specie nelle nostre università, di indottrinatori ce ne sono tanti.

Noi combattiamo tutti gli Stati estremisti. Un compito che dovrebbe essere svolto anche nelle nostre realtà scolastiche e negli atenei. I nomi incisi sulle pietre d’inciampo sono scolpiti nei nostri cuori e ancora sanguinano». In rappresentanza della comunità ebraica c’era anche Paolo Navarro Dina, che ha ricordato la visita istituzionale di mercoledì del ministro tedesco della Cultura, Claudia Roth, nell’area del Ghetto. 

GLI APPUNTAMENTI

Oltre 60 gli appuntamenti diffusi in tutto il territorio comunale tra incontri, conferenze, mostre e presentazioni di libri promossi dal Comune. «Per far partire ancora una volta da Venezia – ha detto la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, ringraziando per il prezioso ruolo svolto dal Coordinamento cittadino per il Giorno della Memoria – un messaggio di fratellanza, rispetto e pace, da custodire e trasmettere alle nuove generazioni». Il 15 (con la partecipazione di Gunter Demnig, ideatore dell’iniziativa) e il 16 gennaio si svolgerà la tradizionale cerimonia della posa di 26 nuove pietre d’inciampo (3 in terraferma) in memoria dei veneziani deportati nei campi di sterminio. Un’iniziativa approdata all’11. edizione a cura di Comune, Comunità ebraica, Centro tedesco di Studi veneziani, Iveser e con la collaborazione di Venis e Veritas, che in questi anni ha portato a 185 “stolpersteine” complessive. «Siamo la 3. città italiana», ha ricordato Marco Borghi, presidente della Municipalità di Venezia, Murano e Burano, aderente all’iniziativa. Il 15 partirà dalla Salizada dei Greci per proseguire nel pomeriggio in via Bembo, a Mestre, mentre il 16 la cerimonia avrà luogo in campo San Lio. «Quest’anno dedicheremo 2 pietre anche ad altrettante sopravvissute della Shoah: Rita Ancona e Regina Brandes. La classe 3aC della “Morosini” ha voluto invece adottarne una dedicata ad Elvira Pardo». 

ALLA FENICE

La cerimonia cittadina si svolgerà il 21 gennaio al Teatro La Fenice, dove interverranno il sindaco Luigi Brugnaro, il presidente della comunità ebraica veneziana, Dario Calimani, e il sovrintendente Fortunato Ortombina, con a seguire un concerto. Il 12 gennaio, fino al 2 febbraio, al Marinelli Fonte delle Zattere sarà proposta una mostra dal titolo “Propaganda tossica”. Un’esposizione di parole e immagini del regime fascista a cura dell’associazione Figli della Shoah e di CoopCulture. “Come una rana d’inverno” permetterà di mettere in luce l’esperienza femminile di deportate di età differenti: appuntamento il 16 nella sede italiana del Consiglio d’Europa (prenotazione obbligatoria). E ancora, il 22 l’Ateneo Veneto ospiterà il reading con intermezzi musicali “Alle radici della violenza”, mentre il 23 e 24 sono previste visite guidate nella Scuola Grande di San Marco. Il 23 sarà la volta, allo Iuav, della conferenza “La città ermetica” con relatore il professore associato Guido Morpurgo, mentre il 25 verrà inaugurata a palazzo Ca’ Corner la mostra “1938-1945” con consegna di medaglie d’onore. Programma completo su: https://www.comune.venezia.it/it/content/giorno-della-memoria.

Ultimo aggiornamento: 13:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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