UDINE - Sì all’imposta di soggiorno a Udine, ma tra un anno e una manciata di giorni, cioè dal 1.gennaio 2025, anziché da ottobre 2024. Rispetto alla prima data resa nota c’è, quindi, uno slittamento che i vertici comunali hanno concordato con le categorie economiche per prendere tempo e «compiere un ragionamento completo e di lunga prospettiva», ha spiegato ieri il sindaco Alberto Felice De Toni, che ha assunto la decisione insieme al vicensindaco Alessandro Venanzi, all’assessore Gea Arcella, di concerto con i rappresentanti degli albergatori e con il coinvolgimento dei consiglieri comunali Pierenrico Scalettaris e Iacopo Cainero.
I DETTAGLI
Non è, però, solo questione di tempo.
IL PROGETTO
L’intenzione è di destinare il 65% al turismo e la restante quota alla mobilità e alle infrastrutture, anch’esse funzionali all’appeal turistico. Da quando sarà in vigore la tassa, a Udine si pagheranno fino a 2 euro al giorno per pernottare nelle strutture ricettive, case vacanze o affitti brevi. La tassa non sarà applicata a chi sceglierà la città per motivi di salute o di studio, ai minori, alle persone con disabilità, alle forze di polizia e ai volontari della Protezione civile. In regione la tassa è già applicata a Trieste, Lignano, Grado, Aquileia, Arta Terme, Forni di Sopra, Sauris, Forni Avoltri, Ravascletto e Sutrio. L’anno scorso attraverso questo canale sono stati guadagnati> oltre 5 milioni. Se il conteggio dei turisti estivi, quelli arrivati in città da giugno ad agosto, arriva a 350mila, il numero non è lontano dal raddoppio allargando lo spettro a contare gli arrivi da gennaio a settembre 2023: in questo periodo Udine ha accolto 613.819 persone, con un incremento del 18,1% sul 2022 e di uno stabile 9,6% rispetto al 2019. Un incremento dovuto anche alla posizione del capoluogo friulano, strategica sia rispetto alle ciclovie AlpeAdria e della Pianura friulana. Numeri che potrebbero crescere ancora, dopo che Udine si è conquistata la palma di città con la migliore qualità della vita in Italia.