UDINE - Non c’è pace per la Sores, la Struttura che coordina la regia dei soccorsi in regione. «La situazione è gravissima - sbotta Afrim Caslli del Nursind Udine assieme al collega Stefano Bressan della Uil Fpl -.
LE CONVENZIONI
L’avviso di mobilità volontaria per infermieri indetto il 16 novembre 2022, alla scadenza del 16 dicembre era andato deserto, tanto che Arcs ne ha varato un altro a febbraio. L’Azienda è corsa ai ripari rinnovando le convenzioni per poter ottenere la presenza in centrale di turnisti provenienti da AsuFc e Asfo, per una disponibilità da 12 a 36 ore al mese. In sostanza, le due Aziende Friuli Centrale e Friuli Occidentale potranno “prestare” degli infermieri per coprire qualche turno. Le ore di lavoro, come si legge nel testo della convenzione con AsuFc (che prevede una spesa presunta di 15mila euro), potranno essere svolte «al di fuori o all’interno dell’orario di servizio» (nella convenzione con Asfo, invece, si precisa che dovranno essere svolte «al di fuori dell’orario di servizio»). Il trattamento economico (con prestazione aggiuntiva) prevede, per i dipendenti AsuFc e Asfo, 35 euro lordi orari (oltre agli oneri riflessi) per l’attività prestata al di fuori dell’orario di servizio. Per l’attività in orario di servizio, invece (ma questa fattispecie è prevista solo nella convenzione con AsuFc) si prevede il rimborso di tutti i costi sostenuti dall’Azienda Friuli centrale. Arcs rimborserà anche eventuali spese di viaggio. Per Nursind Udine e Uil Fpl queste convenzioni rinnovate per un anno con AsuFc e Asfo sono un passo avanti. «Riteniamo corretto consentire il richiamo di colleghi esperti da pagare con prestazioni aggiuntive a 35 euro all’ora. Ma il nostro obiettivo, come sindacati, non è tanto quello di tamponare temporaneamente il problema, ma di risolverlo alla radice. Riteniamo che così non si risolvano i problemi di Sores». Secondo Caslli «bisogna dare attuazione a quei punti di attrattività di cui avevamo discusso con Polimeni: la gestione dell’elisoccorso, l’applicazione del Piano di emergenza urgenza (Peu), la formazione e la possibilità di lavorare in interscambio con colleghi che operano negli ospedali maggiori. Purtroppo, per quanto riguarda il Peu, una forza politica triestina sta impedendo il futuro dell’emergenza urgenza», sostiene Caslli.
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