UDINE - Il capoluogo friulano apripista nella sperimentazione dei rifugi climatici. Angoli dal cuore "verde", con acqua e servizi, in mezzo al cemento della città costruita, per trovare un'oasi di ristoro dal caldo e dall'afa che toglie il respiro, fra palazzi e palazzoni, dove c'è meno verde e dove non corrono le rogge.
L'idea
L'idea è di partire da tre spazi: uno a Udine Est, uno nella zona meridionale della città e uno nel centro storico, proprio dove si trovano gli uffici comunali.
Il progetto
Fra le misure finanziate, una riguarda la percezione, informazione e partecipazione, per un totale di 79.995,40 euro.
In questo ambito, come spiega l'assessora all'Ambiente ed Energia Eleonora Meloni, rientra il progetto pilota per i rifugi climatici udinesi, sostenuto «con una quota di 54mila euro Iva compresa» per la consulenza, progettazione e gestione, affidate all'Università verde di Bologna aps, che ha curato lo studio (e che da anni collabora con il Municipio anche su altri fronti), appena presentato a Palazzo D'Aronco.
Apripista
«I rifugi climatici in Italia a oggi non esistono. Mi hanno portato l'esempio di altre grandi città, come Barcellona e Parigi, dove sono stati realizzati nelle scuole. Udine sarà la prima città italiana ad averli».
Ma cosa sono? «Sono piccole aree attrezzate con una panchina, del verde, la possibilità di avere a portata di mano dell'acqua, dei servizi igienici. La proposta prevede anche dei nebulizzatori di acqua».
Gli spazi
Come chiarisce Meloni, l'intenzione è quella di realizzare tre rifugi climatici in città: «In centro, stiamo valutando l'ipotesi interessante che prevede di realizzarlo nel patio interno degli uffici comunali dell'Anagrafe in via Stringher,. Gli altri due rifugi climatici saranno realizzati uno a Udine sud e uno a Udine est».
Grazie alla mappatura, i progettisti hanno sondato le zone della città più a rischio, dove magari sono presenti più over 65, dove non ci sono le rogge e dove l'antropizzazione ha coperto gli spazi verdi di cemento e mattoni. La quota dei 54mila euro, precisa l'assessora, ha coperto i costi «per due anni», non solo dello studio e della consulenza, ma anche della gestione. «Si occuperanno della funzionalità di queste nuove aree».
Le altre misure
Con i fondi ministeriali sono stati finanziati anche altri progetti, fra cui la creazione della "terrazza" urbana sul canale Ledra-Tagliamento in viale Pier Paolo Pasolini (250.013 euro) grazie a una riqualificazione fluviale in ambito urbano già presentata dall'assessore alla Mobilità e ai Lavori pubblici Ivano Marchiol in giunta, la creazione di una ciclabile in via delle Scuole e l'applicazione di asfalto drenante (150mila euro) e l'Abaco delle buone pratiche (19.999,98 euro).