Ingerenze e tensioni col primario: i medici gettonisti se ne vanno, il pronto soccorso torna nel caos

Giovedì 28 Dicembre 2023 di Camilla De Mori
Un pronto soccorso

UDINE - Medici della coop «sempre in tensione» in Pronto soccorso e asserite «interferenze» nella gestione del servizio affidato alla società dei "gettonisti". Così il legale di Amaltea di Vercelli spiega perché la società cooperativa sociale che rappresenta ha scelto di non proseguire per altri due mesi nella gestione dei "codici minori" al Pronto soccorso, ma ha comunicato ad AsuFc (che aveva proposto un altro bimestre) la volontà di terminare il servizio ieri, 27 dicembre, alla naturale scadenza del contratto. L'interregno di due mesi fra la gestione di Amaltea dei casi meno gravi, durata sei mesi, e l'aggiudicazione del futuro appalto è stato affidato a un'altra coop, con lo scorrimento della graduatoria del vecchio bando.
Per l'esperienza udinese di Amaltea, un epilogo dai toni ben distanti da quelli con cui si era aperta l'avventura, cominciata a giugno scorso con l'aggiudicazione dell'appalto per sei mesi per la gestione dei codici minori, per un importo (calcolato su dodici mesi) di 397.440 euro, a un canone mensile di 66.240 euro. «Non abbiamo proseguito - spiega l'avvocato della coop di Vercelli, Giuseppe Fiore - perché la gestione del Pronto soccorso di Udine non era in linea con le nostre linee organizzative. Troppe interferenze - sostiene il legale - da parte del primario del Pronto soccorso, che non consentiva di potersi confrontare in un'ottica di collaborazione, ma molto autoritarismo ed ingerenze, che mal si conciliano con la nostra organizzazione e politica aziendale. I nostri medici erano sempre in tensione.

Addirittura un medico ha ritenuto di segnalare al consiglio di disciplina dell'Ordine una contestazione del primario del tutto infondata che ci aveva segnalato». Nel caso di specie, spiega l'avvocato, al camice bianco sarebbe stato «contestato un fatto del tutto infondato, per cui il medico stesso ha fatto una segnalazione all'organismo di disciplina dei medici». Insomma, a detta della coop, nel reparto ci sarebbe stata «una gestione che non ci consentiva di poter fornire un buon servizio, in linea con la nostra reputazione e abbiamo ritenuto di non proseguire. Volontariamente non abbiamo partecipato al bando per gennaio e febbraio proprio per il clima esistente in pronto soccorso».

L'EX DIRETTORE
L'ex direttore del Pronto soccorso Mario Calci, da qualche giorno approdato in Arcs, chiarisce che «ho seguito con attenzione il lavoro dei medici della cooperativa, li ho supportati costantemente nella gestione amministrativa e nella gestione dei percorsi clinici e mi sono assunto la responsabilità di chiedere l'allontanamento di alcuni medici che non rispondevano agli standard ritenuti indispensabili da AsuFc, richieste sempre accolte senza problemi dalla cooperativa Amaltea, nell'interesse della popolazione che afferisce al Pronto Soccorso ed a tutela dell'immagine di entrambe le aziende».

L'AZIENDA
Il direttore di AsuFc Denis Caporale precisa che «al verificarsi di ogni non conformità rilevata nella gestione del contratto presso il Pronto soccorso di Udine, il direttore dell'esecuzione del contratto ha prontamente compiuto le contestazioni, qualora ritenute necessarie a garantire l'erogazione di un servizio efficiente e funzionale ai fabbisogni dell'Azienda, all'interno dei normali rapporti contrattuali in essere con la società cooperativa appaltatrice e nel rispetto comunque delle condizioni contrattuali sottoscritte. Con particolare riferimento ad alcune criticità emerse, la stessa società, riconoscendole - sostiene AsuFc , ha provveduto ad individuare le azioni correttive, anche sollevando dalla turnazione i professionisti i cui comportamenti erano stati oggetto di segnalazione». In particolare, fa sapere AsuFc, la cooperativa, tramite il proprio legale, avrebbe comunicato che il professionista non avrebbe coperto i turni del 4 e del 5 dicembre. Dopo la naturale scadenza del contratto, fissata per ieri, la coop «ha deciso spontaneamente di non continuare il servizio in essere e di interrompere definitivamente i rapporti con l'azienda appaltante», riferisce Caporale.
L'avvocato Fiore a sua volta chiarisce che dal punto di vista della coop «a seguito di contestazioni del primario ricevute a mezzo Pec quasi giornalmente, ci è stato imposta la sostituzione e noi, per evitare conflittualità e per una gestione condivisa, abbiamo acconsentito. Peccato che dopo abbiamo appreso che quanto contestato dal primario era del tutto infondato». La contestazione avrebbe riguardato un medico con quasi «20 anni di Pronto soccorso» alle spalle. Per il legale, «non c'è stato nessun accordo, ma semplice condivisione di intenti anche perché le contestazioni avvenivano il giorno prima per quello dopo».
 

Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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