UDINE - Presentavano false comunicazioni di ospitalità da parte di
I poliziotti dell’immigrazione e gli investigatori della Mobile si sono accorti che c’era qualcosa che non andava nelle comunicazioni di ospitalità presentate dagli stranieri, prevalentemente di nazionalità afgana e pakistana, arrivati in Italia con l’ondata migratoria che si era verificata tra il 2015 e il 2016 lungo la rotta balcanica. È emerso così che gli stranieri non abitavano affatto nelle abitazioni indicate come propria dimora ma erano in realtà senza una fissa dimora.
Le indagini hanno accertato che i migranti avevano pagato anche somme tra i 150 e i 250 euro per ottenere la fasulla ospitalità dai connazionali. connazionali compiacenti per indicare come propria dimora Udine e provincia quando si recavano in Questura per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. Sono finiti così nei guai 33 cittadini stranieri, 28 richiedenti asilo e 5 connazionali che fingevano di ospitarli, denunciati dalla Polizia di Stato per aver predisposto e utilizzato le documentazioni fittizie.
Ultimo aggiornamento: 12:03
© RIPRODUZIONE RISERVATA I poliziotti dell’immigrazione e gli investigatori della Mobile si sono accorti che c’era qualcosa che non andava nelle comunicazioni di ospitalità presentate dagli stranieri, prevalentemente di nazionalità afgana e pakistana, arrivati in Italia con l’ondata migratoria che si era verificata tra il 2015 e il 2016 lungo la rotta balcanica. È emerso così che gli stranieri non abitavano affatto nelle abitazioni indicate come propria dimora ma erano in realtà senza una fissa dimora.
Le indagini hanno accertato che i migranti avevano pagato anche somme tra i 150 e i 250 euro per ottenere la fasulla ospitalità dai connazionali. connazionali compiacenti per indicare come propria dimora Udine e provincia quando si recavano in Questura per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. Sono finiti così nei guai 33 cittadini stranieri, 28 richiedenti asilo e 5 connazionali che fingevano di ospitarli, denunciati dalla Polizia di Stato per aver predisposto e utilizzato le documentazioni fittizie.