​«Ne ho fatte di tutti i colori», Rina:
mezzo secolo di pieghe e bigodini

Sabato 8 Ottobre 2016 di Paola Treppo
Arianna, Rina e Silvia
TARCENTO (Udine) - Lavora da mezzo secolo come parrucchiera a Collalto di Tarcento, Rina Bulfoni, e di pieghe, tagli e acconciature, mode e modi dei capelli, ne ha fatti e visti letteralmente di tutti i colori. Rina, 64 anni, col phon in mano da 50, non ha mai voluto fare un altro lavoro: «Ricordo che ero solo una bambina di 9 anni quando la nonna mi ha portato per la prima volta a tagliare i capelli. Sento ancora il profumo di quel salone, anche se sono passati decenni. Ho deciso che volevo fare la parrucchiera ma al tempo, 50 anni fa, non c’erano scuole, come oggi. Si andava in un negozio e si imparava lì».

Una sfida al tempo delle fabbriche
Classe 1964, alla moda, sorridente, Rina è stata sempre appoggiata dalla madre nelle sue scelte: «In quei tempi tutte le donne andavano a lavorare in fabbrica, al Cascamificio di Bulfons di Tarcento, dove si filava la seta a livello industriale, e di saloni per capelli ce n’era solo uno. Mia mamma mi disse di fare quello che sentivo, che mi piaceva. Tant’è che sono andata a fare l’apprendista dalla Valda, per quattro anni». Lì Rina inizia la sua “carriera” e, quando chiude un salone a Collalto di Tarcento, vicino a un bar che esiste ancora oggi, lungo la statale 13 Pontebbana, le viene offerto di rilevarlo. «Un po’ avevo paura - dice -, perché non avevo mai messo un bigodino in testa, durante l’apprendistato. Ma tanta era la voglia di fare, di andare avanti, che ho rischiato. E mi è andata bene. Negli anni di apprendistato avevo “rubato” il mestiere con gli occhi, ed è quello che dico di fare alle mie ragazze anche adesso: guardare, osservare, essere attente, scrutare i dettagli di chi sa fare e ha esperienza; sempre con umiltà, senza aver la presunzione di saper far tutto subito. Ricordo come fosse ora la mia prima permanente, e la cliente cui l’ho fatta. Lei era contenta e io non ne parliamo. Negli decenni, poi, mi sono sempre tenuta aggiornata perché il mondo delle acconciature è cambiato parecchio, in mezzo secolo. In tanto tempo non mi è mai passata la voglia di smettere, né di cambiare lavoro, al di là della burocrazia che c’è e delle spese che devono sostenere di tasse e di tutto gli artigiani come noi».
 
I modi dei capelli 50 anni fa
«Una volta? Tutto nero e tutto uguale. Da bambini e fino a 90 anni i tagli e i colori erano gli stessi. Il nero imperava. Non c’era altro. Il primo rifornimento di prodotti che ho fatto mi è costato 30 mila lire: avevo la macchina piena e mi è durato per mesi. Adesso tutto costa molto di più e i prodotti si sono diversificati tantissimo. Il bello è che si può scegliere e che c’è più rispetto per il capello. Non si fanno più, ad esempio, le decolorazioni a 100 volumi, che i capelli ti restavano in mano - racconta con un sorriso Rina -; negli anni è andato un po’ di tutto. C’è stato il periodo in cui le donne si tenevano i capelli cotonati e raccolti dietro alla testa e li lavavano ogni 15 giorni: dovevi districarli piano piano. E la piega? Solo con i bigodini. Non esisteva la piega phon. Ricordo che arrivò una signora da fuori regione, da Roma, e chiese la piega phon, cioè fatta con l’asciugacapelli e la spazzola. Non sapevamo cosa fosse, ma gliela abbiamo fatta e abbiamo imparato. Che dire dei bigodini di metallo? Ne ho ancora, che tengo per ricordo, perché non son più legali da tanto tempo. Con il casco possono creare contatti elettrici ma non mi è mai successo. E il fissatore? Sai cosa era? Un bicchierone pieno di birra in cui intingevi il pennello. E la lacca? Si comprava a litri, non come oggi in bombolette, e si metteva dentro a uno spruzzino. Che i capelli restavano fermi, “ingessati”, modello parrucca».
 
Non solo parrucchiera
«Fare la parrucchiera è un lavoro bellissimo e chi si sente la passione dentro lo faccia. Dico sempre: il taglio dei capelli, il cambio del colore, sono il primo intervento di chirurgia estetica, indolore e reversibile, che una donna e anche un uomo possono fare. Quando si dice “dacci un taglio”, si vuole cambiare, dare una svolta alla propria vita, si va in salone; è un classico. E importante allora capire cosa vuole la persona che hai davanti. Ed è meraviglioso vedere, alla fine del lavoro, il volto che si illumina con un sorriso. Questo mestiere è anche un po’ anche da psicologo. Quando un cliente entra in salone devi saper cogliere l’umore che ha. E poi si diventa amici, confidenti. In 50 anni ho accompagnato, condiviso, la vita di tante donne, nei loro momenti felici e in quelli del dispiacere. Poi è fondamentale essere discreti, perché dalla parrucchiera parlano tutti, si vengono a sapere tante cose. In questo caso è nostra la responsabilità della massima riservatezza».

Rina ha formato tantissime ragazze che adesso fanno le parrucchiere con un loro salone. Ha avuto molti dipendenti. È la storica parrucchiera di Tarcento, un paese che ha un bacino di quasi 10mila abitanti. Ha vinto tanti concorsi nazionali e internazionali, ma ha tolto dal negozio coppe e pergamene; non le interessa esibire ma far belle le donne. Continua a viaggiare per fare corsi di aggiornamento, e con lei, a Collalto, lavorano da qualche anno la figlia Arianna, 22 anni, e Silvia Maranzana, anche lei di Tarcento, con Rina ormai da 13 anni. 
Ultimo aggiornamento: 23:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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