Il messaggio di Luca Cisilino sequestrato dai Carabinieri. La moglie: «Voglio leggere cosa ha scritto mio marito»

Mercoledì 9 Agosto 2023
Il messaggio di Luca Cisilino sequestrato dai Carabinieri. La moglie: «Voglio leggere cosa ha scritto mio marito»

UDINE - Il dramma di Luca Cisilino è racchiuso nelle poche parole indirizzate alla moglie prima di togliersi la vita. Parole che Giuly Cisilino non ha potuto ancora leggere e che ora vuole soppesare per comprendere l'angoscia e il dolore che hanno lacerato il marito fino a spingerlo a un gesto estremo, a poco più di due settimane dall'omicidio della madre Benita Gasparini, l'89enne uccisa il 19 luglio con due coltellate alla schiena nella sua abitazione di Pantianicco e trovata senza vita proprio dal figlio Luca. È per questo che ieri mattina l'avvocato Piergiorgio Bertoli ha presentato un'istanza al procuratore Massimo Lia: chiede la restituzione dello scritto, almeno in fotocopia, sequestrato l'altro dai Carabinieri a Pozzecco, la frazione di Bertiolo dove il meccanico risiedeva.
Sul caso la Procura ha aperto un fascicolo di indagine per poter disporre un'autopsia. È a carico di ignoti, ma l'ipotesi di reato è di omicidio volontario. Un'ipotesi «astratta», spiegano in Procura, in quanto il sopralluogo e i rilievi a Pozzecco non hanno fatto emergere responsabilità a carico di terzi nella morte di Luca Cisilino. Il biglietto che ha lasciato, scritto a mano e firmato, non lascia spazio a dubbi sul gesto volontario. Farebbe riferimento a problemi personali legati alla separazione, ai quali si è aggiunta la tragica morte della madre, un dolore che in un momento così delicato della vita avrebbe messo a nudo le fragilità di chiunque. Per lui sono stati giorni tensioni fortissime. Sottoposto ad accertamenti sin dalle prime battute dell'inchiesta, Luca Cisilino si è sempre messo a disposizione degli investigatori fornendo tutte le informazioni richieste. La sua ricostruzione - dall'arrivo a Pantianicco la mattina del 19 luglio, al ritrovamento della madre e fino alla chiamata al 112 - ha trovato puntuali conferme.
Come gli altri fratelli e sorelle, è stato più volte convocato in caserma per rispondere alle domande dei carabinieri. Anche venerdì scorso è stato sentito. Tutta la famiglia è sotto pressione e spesso diventa difficile comprendere esigenze investigative che sembrano gettarti addosso il peso del sospetto.

L'associazione "I nostri diritti" e lo stesso avvocato Bertoli, che rappresentano i fratelli Gabriele, Roberta, Gianna e David, si sono rammaricati di non aver potuto dare anche a Luca lo stesso supporto, soprattutto a livello psicologico. Era stato momentaneamente escluso dall'assistenza proprio per gli accertamenti a cui era stato sottoposto nella fase iniziale dell'inchiesta e che hanno permesso di escludere coinvolgimenti nell'omicidio della madre. Oggi quel supporto psicologico che gli è mancato è stato offerto dal Comune di Bertiolo, attraverso i Servizi sociali, alla moglie Giuly e ai due figli.

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