UDINE - Radiosi, come tutti gli sposi novelli, circondati da parenti e amici venuti a festeggiarli, ma anche contenti per essersi sposati con un rito celebrato interamente in lingua friulana. Il primo per l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Pietro Fontanini. Tommaso Moro, classe 1985, e Serenella Mattelicchio, classe 1986, entrambi residenti a Udine, entrambi impiegati nel commercio, si sono uniti in matrimonio oggi nella sala adibita alle nozze del palazzo municipale di Udine. Quella del friulano è stata una scelta convinta, maturata nel tempo. «Lo abbiamo voluto perché il friulano è la lingua che abbiamo sempre parlato a casa, la lingua con cui siamo cresciuti», ha detto Tommaso al termine della cerimonia, subito dopo aver dato il primo bacio alla sposa.
«Abbiamo deciso di comune accordo», ha confermato Serenella, sorridendo da dietro il bouquet. Lo sposo sapeva perfettamente di averne pieno diritto. «Da quando il friulano è lingua di minoranza riconosciuta dallo Stato (dal 1999, ndr) - ha detto -, in tutto il Friuli e anche qui a Udine sono stati già celebrati molti matrimoni in 'marilenghè, anche se questa è la prima volta che accade per l'amministrazione in carica». A officiare la cerimonia è stato il consigliere comunale Govanni Govetto.
«L'atto che abbiamo dato loro e che gli sposi conserveranno sicuramente come un ricordo prezioso - ha precisato il consigliere - è scritto in friulano, e tutto il rito civile, compresa la lettura del verbale, è stata fatta in 'marilenghè, anche se ai fini legali gli sposi hanno firmato anche un documento redatto in italiano». Il friulano è la lingua, ha concluso, «che rappresenta la nostra identità». Questo «lo considero un buon segnale per il futuro».