Studenti maltrattati, prof condannata a risarcire la scuola per il danno d'immagine

Domenica 25 Febbraio 2024
Insegnante condannata per maltrattamenti agli studenti

UDINE - Sei anni fa era stata sospesa per dieci mesi dall'insegnamento per aver maltrattato gli allievi di una scuola media della provincia di Udine. Così aveva deciso il gip sulla scorta del quadro ricostruito dalla Squadra Mobile udinese nelle classi di una scuola secondaria di primo grado, dove la 57enne insegnava storia e geografia. Al provvedimento si era aggiunta una sanzione disciplinare di sei mesi, il trasferimento negli uffici scolastici amministrativi e il processo concluso con un patteggiamento a 1 anno e 10 mesi (pena sospesa e revoca della misura interdittiva che ne vietava l'insegnamento). Ne è poi seguita un'azione risarcitoria, quantificata in 10mila euro per il danno d'immagine procurato alla pubblica amministrazione, avviata dal viceprocuratore generale Mariapaola Daino. Azione che si è conclusa a fine febbraio con il pagamento di tremila euro per effetto del giudizio celebrato davanti alla Corte di conti del Friuli Venezia Giulia con rito abbreviato, che prevede il pagamento di una somma non superiore al 50 per cento della pretesa risarcitoria azionata dalla Procura contabile.
Secondo la Procura, il danno di immagine arrecato alla scuola in cui insegnava sarebbe la conseguenza della sua «biasimevole condotta concretizzata in molteplici episodi di abuso della posizione dominante in qualità di docente nei confronti di alunni minorenni, pertanto in condizione di particolare soggezione morale e psichica, attraverso minacce, dirette e indirette, sia inerenti alla vita scolastica che alla sfera eminentemente personale degli studenti, oltre che con atti di vera e propria violenza fisica e psicologica».

A segnalare il clima di angoscia e paura che si era instaurato tra gli studenti erano stati gli stessi genitori.

Gli investigatori avevano installato sistemi di videosorveglianza trovando conferma ai racconti dei minori. La docente alzava la voce ricorrendo a epiteti volgari e svilenti, infliggeva punizioni eccessive rispetto alle condotte degli allievi, li spaventava e mortificava. L'insegnante non ha negato le sue condotte, giustificandole però con un periodo in cui era travolta da grandi preoccupazioni. Ha dimostrato di essere consapevole degli errori commessi e il suo ravvedimento, sottolineato anche dalla difesa durante il procedimento davanti alla alla Corte dei conti, è stato preso in considerazione nell'ambito dell'azione risarcitoria mossa dalla Procura contabile.

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