«Maltrattamenti agli allievi» sospeso insegnante delle medie

Venerdì 9 Febbraio 2018
IL CASO
UDINE Avrebbe apostrofato o deriso alcuni alunni con frasi inappropriate, qualche volta condite da parolacce o riferimenti di natura sessuale. Avrebbe talvolta impedito loro, senza motivo, di andare al bagno o, dopo averli autorizzati a uscire, di rientrare in classe. Sarebbero alcuni dei comportamenti inappropriati attribuiti da un gruppetto di ragazzini, tutti studenti di età delle medie, a uno dei loro insegnanti. L'uomo, un professore friulano di circa 50 anni, docente di un istituto comprensivo della provincia di Udine, è stato ora sospeso dall'insegnamento con l'accusa di maltrattamenti. Non potrà neanche avvicinarsi a cinque di loro e ai luoghi che frequentano. La misura cautelare della sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio e del divieto di avvicinamento, emessa dal gip del tribunale di Udine Mariarosa Persico, è stata notificata nei giorni scorsi all'insegnante dopo una breve indagine della Polizia di Stato di Udine coordinata dal pm Maria Caterina Pace. Il professore nega tutte le accuse.
Erano stati i minori, tornando a casa da scuola, a raccontare ai genitori quello che, dal loro punto di vista, accadeva in classe; a esprimere il loro malessere tra i banchi. Racconti che poi i genitori di alcuni di questi alunni di diverse classi di due scuole secondarie di primo grado di un istituto comprensivo hanno riportato alla Squadra Mobile di Udine, diretta dal vice questore aggiunto Massimiliano Ortolan. I ragazzini avrebbero riferito, ad esempio, di essere stati costretti a infilare in bocca fazzoletti di carta come punizione, in caso di errori commessi nei compiti o di disturbo in classe. O ancora di essere stati zittiti dal docente che avrebbe detto loro di non sopportare la loro voce. Uno avrebbe riferito di essere stato in un'occasione colpito al capo. Un altro ma giova ribadirlo espressamente si tratta solo di ipotesi di accusa che devono ancora passare al vaglio sarebbe stato costretto per punizione a girare il banco verso il muro. Abbastanza per indurre il pm Maria Caterina Pace ad aprire un'indagine per maltrattamenti. L'attività investigativa si è sviluppata poi rapidamente dopo che ai primi di dicembre uno studente, fuggito dall'aula, sarebbe stato afferrato dal docente e bloccato contro il muro. L'episodio avrebbe indotto gli inquirenti ad accelerare le indagini e a chiedere la misura cautelare poi concessa dal gip ed eseguita nei giorni scorsi.L'insegnante, sottoposto all'interrogatorio di garanzia come previsto per legge prima dell'emissione dell'ordinanza, «ha negato ogni addebito». Lo ha riferito il suo avvocato Andrea Sandra. «È evidente che siamo di fronte a dichiarazioni fatte da ragazzi che hanno accusato il professore di presunte violenze verbali che però devono essere tutte dimostrate; francamente ha affermato il legale - riteniamo non vi siano elementi per una condanna. Siamo molto tranquilli». Davanti al giudice, il professore ha anche fornito la propria spiegazione dell'episodio di dicembre. «Lo studente ha tentato di uscire dalla scuola durante l'orario. Il professore è andato a prenderlo ma non c'è stata alcuna violenza», ha spiegato l'avvocato Sandra, anticipando anche l'intenzione di dare corso a «indagini difensive per dimostrare l'estraneità ai fatti contestati». La difesa ascolterà o chiederà al pm di sentire altre persone, colleghi e studenti dell'insegnante finito sotto accusa, per smentire la ricostruzione della Procura. «I ragazzi, cinque o sei sui circa 200 che segue, hanno riferito questi episodi ai propri genitori ha rimarcato l'avvocato ma è tutto da dimostrare che i fatti si siano realmente verificati, e così come li hanno raccontati loro». «È un professore di esperienza, insegnante di molte classi e da molto tempo. Non ha mai avuto problemi di questo tipo. È apprezzato da studenti e colleghi, ha sempre dimostrato grande serietà professionale», ha concluso il legale, ricordando che in questo periodo su episodi di presunti maltrattamenti nelle scuole «c'è una sensibilità maggiore, anche giustificata, ma su casi che non sono il nostro».
Elena Viotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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