Tessere d'infinito, il presepe di sabbia di Lignano incanta i turisti: 5mila visitatori in due giorni

Domenica 11 Dicembre 2022
Un'immagine del presepe di sabbia di Lignano

LIGNANO - In soli due giorni - e con un meteo tutt'altro che benevolo - il presepe di sabbia di Lignano Sabbiadoro ha già superato i cinquemila visitatori. In larga parte, a quanto si apprende, si tratta di turisti arrivati dall'Austria. Un'ottima partenza per l'evento simbolo del Natale della cittadina balneare friulana arrivato alla sua diciannovesima edizione.

L'anno scorso aveva totalizzato 55mila visite, riuscendo ad attirare moltissimi visitatori anche da fuori regione e dalle vicine Austria, Slovenia e Croazia.

LE VISITE
Inaugurato l'8 dicembre, fino al 5 febbraio, il presepe sarà visitabile nella tensostruttura allestita all'altezza del Parco San Giovanni Bosco (di fronte alla Chiesa) e vi si potrà accedere comodamente dall'ufficio spiaggia numero 6. Per tutte le informazioni e gli orari di apertura visitare il sito www.presepelignano.it. Tessere d'infinito: storie e leggende del primo Cristianesimo aquileiese, questo il titolo della grande opera eseguita come sempre senza ricorrere a collanti o a sostanze chimiche: solo sabbia dell'arenile di Lignano e acqua marina, unite alla maestria dell'equipe internazionale di maestri scultori. La XIX edizione dell'opera è organizzata, come di consueto, dall'Associazione Dome Aghe e Savalon d'Aur, in collaborazione con il Comune di Lignano Sabbiadoro, Lignano Sabbiadoro Gestioni, Consorzio Lignano Holiday, Lignano in Fiore onlus e con il fondamentale sostegno delle associazioni lignanesi.

IL TEMA
Tessere d'infinito, un tema di grande fascino e di forte impatto, che si è tradotto in un percorso sospeso tra storia e leggenda attraverso differenti linguaggi artistici, accomunati da due fili conduttori: il mare (principale risorsa di Lignano) e i colori della luce. Il percorso è suddiviso in quattro blocchi tematici: leggenda, ipotesi, storia e teologia. Il primo blocco racconta la leggenda che ha fatto di San Marco, primo Vescovo di Alessandria d'Egitto, il fondatore della Chiesa di Aquileia. Il secondo raffigura mediante un procedimento allegorico, alcune teorie (in particolare quelle di Gilberto Pressacco e Renato Iacumin) riguardanti le origini del Cristianesimo aquileiese. Il terzo sfiora alcuni snodi storici sulla scorta di fatti, documenti, fonti e monumenti e, infine, il quarto compendia l'interpretazione di alcuni passaggi teologici che hanno contraddistinto l'antica Chiesa aquileiese: il Descendit ad Infer(n)a, il Signum Ionae, la fede nella salvezza universale (Apocatàstasis). Per evocare la fisicità e il colore dei mosaici e, al contempo, per alludere simbolicamente alla luce spirituale irradiata dalla nuova fede, si è deciso di accostare alle sculture di sabbia tre opere che usano media differenti: si può camminare su un tratto di pavimento musivo che riproduce fedelmente, nel colore e nelle dimensioni, alcuni segmenti del mosaico pavimentale della Cripta degli Scavi, opera della Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo. Si può ammirare l'arcobaleno realizzato da Jacopo Rumignani con tessuti leggerissimi e trasparenti. Infine, una grandiosa video installazione digitale del misterioso mare di Giona.

LE NOVITÀ
Oltre alla posizione della tensostruttura, leggermente spostata rispetto alle precedenti edizioni, l'allestimento interno, rinnovato nelle sue componenti tecnologiche, è stato messo a punto per esaltare la plasticità delle opere scultoree frutto, quest'anno, di un lungo lavoro progettuale curato da Lara Gonzo e dal Maestro Mario Vittadello. Il tema di questa edizione trae libera ispirazione dai mosaici teodoriani della Basilica di Aquileia e intende accennare per figuras alle multiformi origini del Cristianesimo nei territori dell'aquileiese e dell'alto Adriatico.

    
 

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