​Nel borgo raso al suolo dal sisma
si ricostruisce la fontana dei nonni

Venerdì 3 Giugno 2016 di Paola Treppo
La vecchia fontana della piazza di Musi
LUSEVERA (Udine) - C’era una volta Musi, con i suoi 200 abitanti e le sue tre fontane. Oggi, il piccolo borgo dell’Alta Val Torre, di anime ne conta meno di 10, ma resta un luogo per certi versi magico. Qui ci si continua a incontrare, infatti, ogni anno, per il raduno degli alpini, per incendiare il falò di San Giovanni e cantare insieme, attorno alla pira, tramandando così, di generazione in generazione, le antiche usanze e tradizioni degli avi. Adesso, per restituire alla frazione un pezzo della sua lunga storia, l’amministrazione municipale ha deciso di ricostruire una delle tre fontane che un tempo sorgevano nel paesino. “Il tutto è nato dal ritrovamento di una vecchia fotografia di Musi - spiega il sindaco, Guido Marchiol -; nell’immagine si vede bene la fonte, con una donna seduta sul bordo della vasca, con il fazzoletto in testa e un bambino in braccio; uno scatto che dà l’idea di quanto poteva essere grande il punto di approvvigionamento dell’acqua».
 
Un salto indietro con la memoria, quando il borgo era densamente abitato e le alture, tutto intorno, erano curate e coltivate, di fatto dei prati. Al tempo c’erano molti allevatori di mucche e l’acqua, che non entrava nelle case come oggi, si andava a prendere proprio nelle fontane. A Musi ce n’erano tre e servivano per tutto: per uso alimentare, quindi per cucinare, per pulire, per dissetare gli animali e, probabilmente, anche per lavare i pochi panni nelle disponibilità delle famiglie. In base a questa vecchia fotografia, su incarico del Comune, un geometra sta realizzando un progetto che servirà poi per ricostruire la fontana, il più possibile simile a quella che già esisteva, nel “centro” del paesino. «La ricostruiremo in piazza, esattamente dove sorgeva un tempo - spiega il sindaco -; dopo il terremoto del 1976, Musi ha cambiato completamente aspetto, con la costruzione di nuovi edifici. È sparita, tra gli altri immobili, la scuola, e nell’area in cui sorgeva l’istituto oggi c’è la sede degli alpini». Nel borgo c’erano anche tre osterie che, oltre alla mescita al banco, avevano una parte dedicata alla bottega, per la vendita di prodotti alimentari e generi di prima necessità. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci