Anestesista non ancora vaccinato. Il Caso De Monte: «Non sono un no vax, ho già prenotato»

UDINE  - Amato De Monte, dopo le polemiche dei giorni scorsi seguite alla sua nomina in comando alla guida del Sores, rompe il silenzio per definire «molto umilianti le ingerenze avanzate riguardo al mio stato di non vaccinato».

In una nota, il direttore del Dipartimento di anestesia e rianimazione dell'AsuFc, respinge «categoricamente» l'etichetta di no vax che qualcuno vorrebbe «strumentalmente», dice, «affibbiarmi», ricordando che in più occasioni aveva detto «che se la strategia nazionale avesse previsto fin da subito la massiva vaccinazione degli ultra ottantenni e delle persone fragili, l'impatto sul sistema sanitario sarebbe stato ben diverso». «Non ritengo opportuno rendere pubbliche le mie condizioni di salute personale, poiché reputo di avere le sufficienti competenze e conoscenze per valutare tempi e modi quanto più compatibili con il mio stato di salute per accedere alla vaccinazione, trattamento per il quale ho già fatto istanza».

POLEMICHE

Al centro di critiche e polemiche, giunte nei giorni scorsi da più parti della minoranza in consiglio regionale (dal Pd al M5S, a Open sinistra Fvg, con l'ex sindaco Furio Honsell con cui pure aveva condiviso la battaglia ai tempi di Eluana) sulla sua situazione di (ancora) non vaccinato, ma anche dalle sigle dell'Intersindacale medica, De Monte replica a tutti. Ai «politici di professione», cui rammenta che «il medico è tenuto al segreto professionale sullo stato clinico del paziente, mentre loro si concedono il lusso di parlare anche di problematiche di cui spesso hanno conoscenze approssimative. E pure a quelli che definisce «medici prestati alla politica», a cui ricorda «che prima di somministrare una cura, vaccini inclusi, è necessario valutare stato clinico e terapie in atto». Concetti, dice, riportati anche nella legge 44/21 che stabilisce l'obbligo vaccinale per i sanitari. Ma De Monte replica anche «agli eroi da tastiera», cui rivolge «un sentimento di compassione per lo scarso rispetto che hanno per il tempo che la vita concede loro e che sprecano malamente». Quanto al suo ruolo in Sores, ribadisce di aver messo a disposizione «la mia competenza e la mia esperienza professionale per contribuire a migliorare aspetti di disallineamento tra soccorso territoriale ed emergenza ospedaliera».

REAZIONI

Dopo le prime notizie pubblicate in rete, Valtiero Fregonese, membro dell'Intersindacale, replica a quel passaggio sui «medici prestati alla politica»: «Non volevo alimentare la polemica, ma non ci sto a passare, come gli altri che hanno firmato il comunicato dell'Intersindacale, come medici prestati alla politica, perché noi con la politica non c'entriamo niente. Non prendiamo posizione perché ce lo dice il centrodestra o il centrosinistra, noi facciamo un altro mestiere: siamo sindacati. O gli sfugge, o gli dà fastidio, o non riesce a capirlo». Gian Luigi Tiberio, alla guida dell'Ordine di Udine ribadisce, in linea generale, che dietro una mancata vaccinazione «ci possono essere delle cause, magari motivi di salute o altre eventualità di cui non possiamo avere conoscenza se non istruendo un caso, sentendo anche le controdeduzioni del professionista eventualmente interessato» e che «la nostra posizione dev'essere di garanzia verso i cittadini ma anche dell'eventuale professionista chiamato in causa». Prima della nota di De Monte, era intervenuto anche il presidente della Federazione Fvg degli Ordini dei medici Guido Lucchini, che, nel suo ruolo, non aveva nascosto «la sorpresa nell'apprendere dai media che il collega De Monte sembra non essersi ancora sottoposto al trattamento vaccinale contro il Covid e che sia in attesa di un nuovo vaccino». Sulla vicenda era intervenuto anche il senatore Luca Ciriani di FdI.
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