​Stop all'acciaieria: la Danieli denuncia il portavoce dei "no"

Il leader degli oppositori all'impianto a San Giorgio di Nogaro citato in giudizio per diffamazione dal gruppo che voleva realizzare in Friuli il progetto con Metinvest

Martedì 20 Febbraio 2024 di Antonella Lanfrit
Stop all'acciaieria: la Danieli denuncia il portavoce dei "no"

UDINE - Ha un seguito di avvocati e tribunali lo svanito progetto dell'acciaieria green Metinvest-Danieli in Fvg, a San Giorgio di Nogaro, a ridosso della laguna di Marano. Il portavoce del Coordinamento «No acciaieria», Paolo De Toni è stato infatti citato in giudizio per diffamazione da parte di Gianpiero Benedetti, presidente del Gruppo Danieli di Buttrio, e da parte della Danieli&C Officine Meccaniche Spa, atto motivato da «comprovato superamento dei limiti al diritto di critica» e datato 25 gennaio di quest'anno.

Nell'atto di citazione si chiede a De Toni, che è stato uno dei promotori della raccolta di 24mila firma portate in Consiglio comunale per manifestare contro la realizzazione del Digital Green Steel Project, un risarcimento di 100mila euro, 50mila per Danieli e 50mila per il suo presidente Bendetti, per una diffamazione che sarebbe avvenuta attraverso la pubblicazione di post sui social media e di un filmato ritenuti offensivi. Nell'atto, che è firmato dal presidente Benedetti e dall'avvocato Maurizio Miculan, si elencano diversi contenuti considerati «gravemente infamanti», precisando che «non vi è dubbio che i termini utilizzati e i concetti veicolati dal convenuto», cioè da De Toni, «tramite i contenuti riportati in narrativa risultino oggettivamente idonei a ledere l'immagine e il buon nome degli attori, in quanto tali esorbitanti i limiti insiti all'esercizio del diritto di critica, e che risultino soggettivamente accompagnati dalla consapevolezza della loro portata diffamatoria».


L'atto ricorda anche una pagina recente legata alla raccolta firme, cioè il respingimento da parte del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, il 12 dicembre dell'anno scorso, della richiesta di Danieli alla Regione di avere accesso agli atti e la conseguente «decisione di Danieli di ricorrere al Tar, al fine di avere un quadro informativo completo e di appurare eventuali irregolarità procedurali». Un passo «diventato, per coloro che avevano tutto l'interesse a dipingere negativamente Danieli, una volontà concreta di punizione nei confronti di 24 mila firmatari della petizione, cosa che non è».


UDIENZA


De Toni è citato a comparire al Tribunale di Udine nell'udienza dell'11 giugno 2024. In Friuli Venezia Giulia, la notizia della citazione in giudizio di De Toni da parte di Danieli ha suscitato la reazione delle forze politiche che siedono sul banco dell'opposizione in Consiglio regionale. «Avevamo già avuto modo di dire, quando la Danieli ha proposto il ricorso per avere l'indicazione dei sottoscrittori della petizione, che si trattava di una azione errata e fuori bersaglio ha affermato la segretaria regionale del Partito democratico, Caterina Conti -. A maggior ragione, suscita incredulità e riprovazione la notizia di un'azione di risarcimento promossa nei confronti di un rappresentante dei Comitati». La segretaria dei Dem, esprimendo «solidarietà a chi è stato colpito», considera che «se ritiene di essere stata lesa, Danieli conosce benissimo gli autori e i responsabili di atti amministrativi: se ci sono gli estremi, si rivolga pure ai tribunali ma individuando i reali responsabili». Critico anche l'esponente di Open Fvg, il consigliere regionale Furio Honsell che, esprimendo «solidarietà a Paolo De Toni», si rivolge al presidente della Danieli perché «deve prendere atto dell'improvvisazione dell'attuale Giunta regionale nelle politiche industriali, o della loro assenza. Non è prendendosela contro chi dissente perché ha un'idea di ambiente diversa che si pongono in essere le politiche industriali».


Il progetto dell'acciaieria green targato Metinvest-Danieli prevedeva un investimento di 2,2 miliardi, ora indirizzati a Piombino.
 

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