Moggio Udinese, il paese di 1680 abitanti dove gira un misterioso asintomatico

Sabato 4 Aprile 2020 di Tiziano Gualtieri
Coronavirus. Moggio Udinese, il paese di 1680 abitanti dove gira un asintomatico
Un caso probabilmente più unico che raro che conferma come non si possa abbassare la guardia nei confronti del Covid-19, neppure dove le azioni di contenimento vengono seguite in maniera scrupolosa. È ciò che emerge a a Moggio Udinese (1680 abitanti, ndr) dove giovedì scorso, a distanza di ormai tre settimane dal primo caso, si è registrato un nuovo contagio di Coronavirus non collegato in alcun modo al precedente. 

MALGRADO LE RESTRIZIONI
Nel Comune della Canal del Ferro, dove a ieri si contavano anche una persona guarita e due in quarantena, dal 10 marzo, giorno in cui è stato scoperto il primo infetto, sono in atto stringenti misure volte a evitare il diffondersi del virus. In cartiera e in casa di riposo, ad esempio, l'amministarzione ha imposto un rigido protocollo e tutti, proprio per evitare che il virus possa essere portato all'interno dei luoghi di lavoro generando possibili focolai, sono stati invitati a mantenere la massima professionalità anche nella vita privata. Nonostante ciò, l'altro ieri è arrivata la doccia fredda.

LA SPIEGAZIONE
«Abbiamo cercato di capire cosa possa essere successo - racconta il sindaco Giorgio Filaferro - e non abbiamo dubbi sul fatto che la persona, una ragazza di una quarantina d'anni, abbia sempre seguito le procedure. La conclusione a cui siamo giunti, insieme al medico di base e al responsabile del dipartimento di prevenzione Andrea Iob, è che ci siano degli asintomatici e che il contagio possa essere avvenuto toccando qualcosa di contaminato come una maniglia o dei soldi. Non ci sono altre possibilità».

Un caso davvero atipico, forse il primo di questo tipo in regione, che - vista anche la lontananza temporale dalla prima e unica positività e l'essere accaduto in un territorio di appena 1680 abitanti sparsi per nove frazioni montane - spinge a riflettere.

LA PAZIENTE
La persona, che lavora a Moggio Udinese e quindi non ha contatti al di fuori dal proprio Comune, risultava «lei stessa quasi del tutto asintomatica. Aveva solo un po' di tosse, ma non febbre». A far scattare l'allarme è stata la progressiva perdita del gusto e il successivo tampone ha portato alla luce la positività.

«Ora si trova a casa senza particolari problemi, ma lei stessa non riesce a capire come possa essersi infettata». Considerato che sul luogo di lavoro della donna sono sempre state rispettate le norme che prevedono l'uso di guanti, mascherine e distanziamento sociale, unita all'assenza di malattie o sintomi da parte dei colleghi, non si è ritenuto necessario provvedere alla messa in quarantena dei lavoratori o a sottoporli a tamponi «ma questo ci insegna che dobbiamo continuare a fare attenzione. Per questo motivo invito tutti i miei concittadini e non solo, a rimanere vigili. Non sono un medico o un virologo, ma il consiglio che posso dare, tralasciando l'argomento mascherine su cui non vi è ancora un'idea univoca (a Moggio Udinese ne sono state consegnate 200 dalla Protezione Civile e oggi il Centro Operativo Comunale valuterà le modalità di distribuzione ndr) è di lavarsi scrupolosamente le mani ogni volta che si tocca qualcosa che può essere stato toccato da altri».

Lo stesso Filaferro racconta di come ogni mattina disinfetti la scrivania, apra le porte con il gomito e mantenga il distanziamento sociale «azioni forse banali ma che possono contribuire a ridurre il rischio di contagio. Soprattutto se, come mi ha raccontato qualche commerciante, c'è chi, forse per instinto, si lecca ancora le dita prima di contare le banconote».
Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 12:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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