Barbara, Arja e quella notte al cardiopalma che è valsa la Biennale: il padiglione finlandese è loro

Venerdì 5 Agosto 2022 di Camilla De Mori
Barbara Motta e Arja Renell

UDINE - Due amiche dai tempi dell'Erasmus, una lunga notte udinese di discussioni febbrili, un progetto nato tutto d'un fiato, in collegamento Skype con la Finlandia. È così che ha visto la luce l'idea vincente che ha portato l'architetta udinese Barbara Motta, classe 1974, unica italiana, nel team di lavoro del progetto per il padiglione finlandese alla Biennale di architettura 2023 di Venezia.

L'INIZIO
«Avevo conosciuto Arja Renell l'anno in cui ero in Erasmus a Londra - racconta Motta, che si è laureata allo Iuav -. Ma anche dopo l'università siamo sempre rimaste in contatto. Era qualche anno a dire il vero che non ci vedevamo. Quando è venuta a vedere l'ultima Biennale d'arte, è passata due giorni a Udine a salutarmi. Pensavo di portarla a cena fuori. E lei se ne è uscita con un: Veramente avrei da proporti una cosa. Ma bisogna lavorarci entro mezzanotte. Così mi ha spiegato che aveva già un'idea abbozzata per partecipare alla realizzazione del progetto del padiglione finlandese per la Biennale. Ma la proposta andava presentata entro mezzanotte.

Aveva già scritto qualcosa, poi, a sei mani, ci siamo messi all'opera: siamo rimaste tutta la notte a discutere, in collegamento con suo marito Eero Renell da Helsinki». Era la metà di maggio. E, alla fine, la grande scommessa di quella notte udinese al cardiopalma (nel migliore stile degli esami di architettura) ha avuto successo. «È andata bene. La nostra proposta è stata selezionata», racconta Motta, che si è occupata di diversi progetti di edilizia pubblica e privata in Friuli ma anche di pianificazione della mobilità ciclistica, piani per l'eliminazione delle barriere architettoniche nonché progetti di educazione alla mobilità sostenibile con l'attivazione di numerosi progetti Pedibus in regione.

LA VITTORIA
Dopo il primo step, con una open call che ha generato 23 idee progettuali, sei sono state scelte per accedere alla seconda fase. «Per la seconda fase abbiamo coinvolto anche altri tre professionisti: il graphic designer di Helsinki Antero Jokinen e gli architetti Emmi Keskisarja e Janne Teräsvirta. Il mio apporto è stato in qualità di referente locale del progetto, in cui è inserita anche la partecipazione di alcune associazioni di Venezia e delle isole della Laguna». Motta, che nel suo curriculum vanta anche due anni a Barcellona, si è subito messa al lavoro «per cercare delle realtà in Laguna per sapere se avremmo potuto lavorare insieme. Sono andata a Venezia a incontrare tutte queste persone». Alla fine, con l'opera d'ingegno collettiva, «abbiamo prodotto sei tavole da consegnare entro il 14 giugno. E il progetto è andato a buon fine», racconta Barbara Motta, che lavora a Udine con la sorella Marilena nello studio A2R Architetti associati fondato nel 2015 (un acronimo che, sciolto, significa a due ruote, un omaggio alla bicicletta di cui entrambe sono appassionate sostenitrici).

IL PROGETTO
I loro elaborati sono piaciuti alla giuria presieduta dalla direttrice di Archinfo Finlaand Katarina Siltavuori (che comprendeva fra gli altri il curatore e direttore del Contemporary art arcipelago e il direttore del Museo di architettura all'Università tecnica di Monaco) e il progetto ha vinto. Un progetto di cui, spiega Motta, non si può dire (quasi) nulla in nome del riserbo richiesto dai committenti. Si sa (perché è fra le informazioni pubblicate) che la proposta vincitrice affronta le questioni relative alla circolazione dell'acqua e dei nutrienti e al ruolo degli architetti nel prevedere soluzioni future. Se il concept deriva dalla cultura e dalle tradizioni finlandesi, si sa che ci sarà un legame particolare anche con un'isola veneziana.

LA PROCEDURA
Dopo un periodo di ferie, Motta è pronta a tuffarsi nel lavoro con i colleghi. «L'organizzazione finlandese che ci seguirà ha prvisto una serie di incontri da qui fino ad aprile, quando si inaugurerà la Biennale di Architettura. Cureremo il Padiglione della Finlandia ai Giardini di Venezia. Poi, faremo una serie di eventi collaterali separati. Vorremmo portare i visitatori fuori dai giardini per vedere delle situazioni in cui viene messo in pratica quello che viene proposto all'interno del padiglione, sempre in tema di sostenibilità», distilla le informazioni Motta. «Certo che sono orgogliosa. Mi fa piacere fare una cosa un po' fuori dal consueto, molto creativa». E senza le pastoie burocratiche legate al bonus del 110 per cento.

 

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