Wartsila, salta l'accordo: l'azienda dice no alla proroga degli ammortizzatori sociali. A rischio 300 lavoratori

Mercoledì 10 Gennaio 2024
Wartsila verso il licenziamento

TRIESTE - La Wartsila ha detto di no alla mediazione proposta dalle istituzioni su cui si era trovata la convergenza di tutte le altre parti e dunque salta il possibile accordo sulla proroga degli ammortizzatori sociali. A questo punto è presumibile che la multinazionale finlandese decida di aprire la procedura prevista dalla legge 234, che si concluderebbe con il licenziamento di 300 unità circa tra otto mesi.

Intanto, a queste andranno versati gli stipendi integralmente.

Il no dell'azienda è giunto dopo circa otto ore di negoziati intorno al tavolo al Mimit al quale erano presenti, tra gli altri, governo, Regione Fvg, Confindustria e sindacati. Le trattative, cominciate alle 15 al tavolo del ministero delle Imprese e del Made in Italy, hanno avuto un inizio contrastato con posizioni che sembravano ferme e non conciliabili. Successivamente il confronto si è avviato su diversi punti e si è continuato a trattare nell'intendimento di arrivare a un compromesso per una posizione condivisa da tutte le parti, fino a confrontarsi davanti a un testo di accordo. Dopo una pausa per consentire a ciascuno di analizzare i punti dell'intesa, l'azienda ha rifiutato di firmare. 

«Irresponsabile e immotivato». Così Confindustria Alto Adriatico, per bocca del suo direttore generale Massimiliano Ciarrocchi, ha definito il comportamento di Wartsila. Un atteggiamento che «rischia di pregiudicare la possibilità di un Accordo programma per la reindustrializzazione del sito», ha concluso.

La Wartsila «non ha accettato la mediazione su un testo di possibile accordo, durata tutta la giornata, e non sono state fornite motivazioni di dettaglio. È un fatto gravissimo». Lo scrive in una nota il segretario della Uilm-Uil di Trieste, Antonio Rodà. «Per quanto ci riguarda questa presa di posizione mette in discussione tutto l'insediamento industriale di Wartsila», conclude a nota.

«Pentiti di aver dato credito ad una azienda che fin da subito si è mossa in modo scomposto, ed amareggiata perché non più di 10 giorni fa sono stati chiesti ulteriori fondi al ministero, ben sapendo che oggi però non si sarebbe raggiunto l'accordo. La mancata firma dell'accordo è un atto scellerato». Così si è espressa l'assessore al Lavoro della Regione Fvg Alessia Rosolen al termine della riunione tenutasi a Roma nella sede del ministero delle Imprese e del made in Italy durante la quale si è cercato con l'azienda finlandese di trovare un accordo sui contratti di solidarietà per i 300 lavoratori della Wartsila. Da remoto l'incontro è stato seguito anche dall'assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini per il quale l'atteggiamento dell'azienda «lascia sgomenti». 

«L'accordo sulla proroga del contratto di solidarietà per i quasi 300 lavoratori della filiale di Wartsila Italia di Bagnoli della Rosandra ha ricevuto un sonoro diniego da parte della multinazionale finlandese, una condotta gravosa ed ingiuriosa verso i più radicati valori di lavoro e professionalità imprenditoriale. Trovo vergognoso l'atteggiamento di Wartsila nei confronti dei lavoratori e del lavoro di confronto portato avanti finora durante i tavoli al Ministero». Lo scrive in una nota Nicole Matteoni, deputata triestina di Fratelli d'Italia. «Dopo un anno e mezzo l'azienda toglie la maschera. Un atteggiamento grave, irrispettoso e irresponsabile. Una presa di posizione incurante e irrispettosa nei riguardi di tutte le persone coinvolte». Per Matteoni, «la risposta delle istituzioni deve essere chiara e univoca. Non sarà lasciato nulla d'intentato. Il Ministero e la Regione, nonché le parti di rappresentanza coinvolte e i sindacati, non volteranno le spalle alle famiglie dei lavoratori diretti e quelli dell'indotto», conclude la nota.

«Gravissima la decisione di Wartsila di non firmare l'accordo sui contratti di solidarietà per 300 lavoratori, a cui va tutta la mia solidarietà e vicinanza. In questi mesi il Mimit, la Regione Friuli Venezia-Giulia, i vari enti istituzionali hanno lavorato in modo proficuo per trovare una soluzione, attraverso un piano di reindustrializzazione credibile, per la filiale di Bagnoli della Rosandra, in provincia di Trieste. La posizione assunta dell'azienda nell'incontro che si è tenuto ieri al Ministero delle Imprese e del Made in Italy è davvero assurda. Questo Governo e questa maggioranza non lasceranno soli i lavoratori Wartsila, azienda fondamentale per il territorio regionale e per tutta la filiera nazionale». Lo afferma in una nota il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, On. Walter Rizzetto.

«Purtroppo le avvisaglie di una volontà distruttiva di Wartsila si erano cominciate a percepire, e la rottura è una conseguenza che non può sorprendere oltre un certo limite. Si esprima amarezza e condanna ma ora non ci si fermi qui. Almeno ora che la situazione è drammatica serve finalmente che i lavoratori ottengano l'attenzione diretta, personale e attiva del ministro Urso, che deve prendere in mano il dossier di Bagnoli senza delegare. Lo stesso vale per il presidente della Regione. Siamo all'emergenza ma il tavolo deve andare avanti con le società partecipate dallo Stato, con o senza Wartsila, perché quello della multinazionale non è reshoring ma un attacco alla produzione e all'occupazione nazionale». Così la deputata Debora Serracchiani.

Ultimo aggiornamento: 12:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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