«Voteremo No al referendum»:
70 avvocati siglano un manifesto

Martedì 11 Ottobre 2016 di E.B.
«Voteremo No al referendum»: 70 avvocati siglano un manifesto
TRIESTE - Un «Manifesto» per spiegare, «alla disorientata opinione pubblica» le ragioni per cui voteranno «NO» al referendum costituzionale avente per oggetto la riforma della Carta costituzionale approvata dal Parlamento. È stato redatto e sottoscritto da 70 avvocati del Foro di Trieste. L'iniziativa «ha suscitato l'interesse di numerosi avvocati di altri Fori, che si sono fatti promotori di analoghe iniziative nei loro circondari e distretti». Lo rende noto il Comitato a difesa della Costituzione con un comunicato. I «70» stanno attivandosi a livello cittadino con eventi pubblici, per «contribuire ulteriormente a far chiarezza su una tematica di grandissima rilevanza sociale, qual è la cosiddetta legge Boschi». Per venerdì 14 ottobre hanno dunque convocato una conferenza stampa al «Caffé San Marco», dove gli avvocati Mirta Samengo e Fulvio Vida illustreranno il contenuto del «Manifesto» insieme con rappresentanti dello stesso Comitato. Gli avvocati del Foro di Trieste ritengono loro dovere civico informare i cittadini delle motivazioni per le quali intendono votare “NO” al referendum in questione: la cosiddetta  "riforma Boschi", sostengono, è una legga dal contenuto disomogeno e l'esprimersi con un «semplicistico SI o NO» rappresenta «una palese violazione sia della sovranità ppolare che della libertà di voto» e poi ancora, la riforma «è frutto di un’iniziativa governativa e non di iniziativa parlamentare come invece avrebbe dovuto essere secondo il nostro sistema costituzionale e secondo gli insegnamenti dei nostri padri costituenti».

Ma i settanta avvocati triestini rilevano anche una serie di contraddizioni a partire «dalla violazione del principio di eguaglianza e ragionevolezza a fronte della macroscopica differenza tra il numero dei deputati (630) con quello dei senatori-sindaci e/o consiglieri regionali (95), l’inspiegabile allargamento ai senatori-sindaci e/o consiglieri regionali del privilegio dell’immunità.
Il travaso inorganico di competenze legislative dalle Regioni ordinarie allo Stato per una cinquantina di materie affastellate in 21 lettere dalla a) alla z), con rischio di un perenne conflitto di attribuzioni» oltre che «l’inspiegabile ed illogico riparto dei numeri dei senatori in riferimento alle singole regioni (p. es.: 14 senatori alla Lombardia e 2 al Friuli Venezia Giulia nella quale le minoranze linguistiche rischiano di rimanere fuori gioco (art. 6 Cost.), l’aumento da 50.000 a 150.000 firme per l’iniziativa legislativa popolare e la contraddittoria compresenza di due forme di referendum abrogativo in base al numero dei proponenti e dei votanti, con la trasparente mira di seppellire definitivamente tale guarentigia costituzionale». Secondo i sottoscrittori del Manifesto, la riforma Boschi «rischia di provocare guasti insanabili al nostro ordinamento democratico che costituisce patrimonio di noi tutti e che tutti siamo chiamati a difendere».

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