Una Cenerentola dal cuore greco
incanta il pubblico del teatro Verdi

Lunedì 11 Aprile 2016 di E.B.
Una Cenerentola dal cuore greco incanta il pubblico del teatro Verdi
TRIESTE - Batte un cuore greco nella Cenerentola di Gioachino Rossini, in programma fino al 16 aprile al Teatro lirico Giuseppe Verdi nella messinscena della Greek National Opera di Atene. Si tratta del sesto appuntamento della stagione e grande è il successo che sta registrando forse perchè per una bella favola non si è mai troppo grandi e la Cenerentola da troppo tempo, evidentemente, era assente sulle scene locali. L'opera in sè fa sognare mentre l'allestimento induce a riflettere: composta nel 1817  nell’arco di tre sole settimane e ispirata alla favola di Perrault, La Cenerentola di Rossini è un’opera senza tempo: prima opera comica ad essere composta dopo Il Barbiere di Siviglia porta con sè una grandissima varietà di spunti e coloriture, da quelli favolistici - a inizio e fine opera - passando per motivi tipici del teatro borghese - come i contrasti familiari e il desiderio di riscatto sociale - fino alle note di comicità e puro sentimento.

La produzione per la prima volta in Italia è firmata da giovani e affermati professionisti di nazionalità greca e qui impegnati in uno splendido lavoro d’ensemble: a partire dalla regia della giovane e talentuosa Rodula Gaitanou (nata ad Atene, formatasi a Parigi, attualmente attiva a Londra), ai costumi di Alexia Theodoraki, fino alla direzione d’orchestra affidata al giovane maestro George Petrou. La scene sono ideate da Simon Corder, affermato scenografo internazionale. La Cenerentola che portano in scena questi giovani artisti greci si presenta come una metafora: la storia a lieto fine della povera Angelina allude a quella di un paese profondamente segnato dalla crisi, impegnato in una faticosa ricerca di lieto fine. L’ambientazione nel periodo della Grande Depressione del 1929 rende più fiabesca la narrazione ma descrive con efficacia l’incertezza della Grecia oggi e la sua volontà di coltivare la speranza e il diritto a sognare delle giovani generazioni.

L’allestimento porta il pubblico davanti e dietro le quinte di un teatro in decadenza con protagonisti che sono tutti lavoratori dello spettacolo: Angelina attrice, figlia adottiva di don Magnifico custode del teatro e padre di due ragazze attrici senza talento; Don Ramiro, che dopo anni di vita dissoluta, ritorna al teatro di famiglia per portare cambiamenti e accompagnare la storia al lieto fine. Protagonista la catanese Josè Maria Lo Monaco, che si è esibita nei maggiori teatri italiani ed europei diretta da maestri del calibro di Muti, Pappano, Abbado, particolarmente a suo agio nel repertorio rossiniano - di recente ha interpretato il ruolo di Angelina all’Opera di Roma nella produzione firmata da Emma Dante;  al suo fianco il tenore uruguagio Leonardo Ferrando, ben conosciuto a Trieste grazie all’interpretazione di Nemorino a Dicembre 2015. Completano il primo cast: Vincenzo Nizzardo nel ruolo di Don Magnifico, Lina Johnson nel ruolo di Clorinda, e per entrambe le compagnie, Fabio Previati (Dandini), Irini Karaianni (Tisbe), Filippo Polinelli(Alidoro).  Dirige la compagnia di canto, il Coro - preparato dal Maestro Fulvio Fogliazza- e l’Orchestra del Teatro Verdi il Maestro George Petrou, per la prima volta a Trieste, giovane direttore ma ormai affermato in particolare nel repertorio barocco e classico, che ha diretto oltre che ad Atene e in Grecia, anche in prestigiosi teatri europei.
 
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