Il teatro Verdi chiude la stagione lirica con la Turandot di Puccini

Lunedì 15 Maggio 2023 di E.B.
Il teatro Verdi chiude la stagione lirica con la Turandot di Puccini

TRIESTE - L’orientalismo del primo Novecento, di cui Trieste fu indiscussa capitale culturale, torna col il suo titolo più popolare, la Turandot di Puccini (in scena fino al 21 maggio) diretta dallo spagnolo Jordi Benàcer, oggi una delle bacchette più ricercate del panorama internazionale, e con la regia di Davide Garattini Raimondi.

I soprani giovani Kristina Kolar e Maida Hundeling si alterneranno nel ruolo della crudele principessa per una chiusura di stagione che promette sold out in molte recite e offre un cast di grande livello.

Racconta il regista Davide Garattini Raimondi: «Un mondo diviso in due, dove il bianco e nero dividono la società, da una parte chi detta le leggi di vita e di morte e dall’altra chi resta ad osservare l’antico potere sgretolarsi come pezzi di vasi frantumati. Per ogni pezzo che cade la musica di Puccini racconta un’emozione, una storia e tra tante la più importante è quella della fragilità umana in tutte le sue sfaccettature. Questo mondo imperiale, che riporta ad una China onirica, fatta di vasi perfetti ma che ora si trovano come in bilico tra il restare ed il rompersi, ricorda la condizione della principessa Turandot che ha costruito una corazza intorno al suo cuore e al suo regno per non essere intaccata dal mondo esterno, così come la piccola Liù cerca nel sorriso di Calaf la riedificazione della sua libertà lontana dalle guerre. In quest’opera tutti amano; tutti i personaggi di questa fiaba esotica vivono questo sentimento come una possibile ricostruzione del proprio io, della propria storia e della propria salvezza, come se l’altro fosse un riscatto per il dolore subito».

Commenta il Sovrintendente Giuliano Polo: «Turandot è uno dei titoli più amati dal nostro pubblico tanto che sin dall’annuncio è stato subito gettonatissimo al box office e credo che rispettare l’orizzonte d’attesa della città sia uno dei nostri doveri di operatori culturali sul territorio. Senza dimenticare che dobbiamo scaldare i motori per il 2024 quando cadrà l’importantissimo centenario pucciniano che vedrà impegnati nelle celebrazioni tutti i più importanti teatri del mondo, Italia in testa».

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