La crisi si aggrava: sono saltati i treni Trieste-Pordenone. Quando si prevede la ripartenza dei convogli

Sabato 3 Febbraio 2024 di Marco Agrusti
La crisi si aggrava: sono saltati i treni Trieste-Pordenone. Quando si prevede la ripartenza dei convogli

La frequenza dei collegamenti negli ultimi tempi era aumentata. E la speranza ovviamente è quella che la crisi duri poco, perché per la prima volta il Friuli Venezia Giulia era riuscito a fare davvero sistema: da una parte il più importante porto dell'Adriatico quanto a volume di merci movimentate in un anno; dall'altra un polo ferroviario in crescita come quello di Pordenone, intenzionato ad affacciarsi ancora di più ai traffici internazionali. Da questa idea erano nati i treni che proprio da Trieste arrivavano a Pordenone carichi di merce proveniente da ogni parte del mondo.

LA SVOLTA
Perché parliamo al passato? Perché la notizia purtroppo è arrivata. I due-tre treni a settimana che dal capoluogo regionale raggiungevano Pordenone e il suo Interporto di Villanova non ci sono più. Non è un addio - sia chiaro - ma uno stop diventato praticamente inevitabile in conseguenza della crisi di Suez, che in questo momento sta provocando un'evidente contrazione degli arrivi via mare nello scalo triestino.

Senza merca caricata, niente treni per Pordenone. I collegamenti sono stati al momento congelati. Erano due-tre a settimana, ma costituivano un asset molto importante per la struttura logistica del Friuli Occidentale. I convogli garantivano una continuità tra i traffici internazionali e intercontinentali che hanno come capolinea Trieste e il cuore produttivo della nostra regione, cioè il Friuli Occidentale. Era esattamente questa l'idea dell'amministrazione Fedriga, che da anni promuove un ruolo centrale del porto di Trieste non solo a livello costiero ma anche e soprattutto in chiave di espansione dei servizi e delle economie figlie dello scalo.


LE MOSSE
La notizia del blocco dei tre treni settimanali da Trieste a Pordenone (e ritorno, ovviamente) è stata confermata dai vertici dell'Interporto ed è direttamente collegata alla contrazione dei volumi nello scalo principale dell'Adriatico. Un tema, quello della crisi che sta compromettendo efficacia e convenienza del trasporto marittimo a lunghissimo raggio, finito anche sul tavolo del ministero della Difesa, grazie al senatore leghista friulano Marco Dreosto.
«Durante l'audizione del ministro per la Difesa Guido Crosetto in Commissione esteri e difesa di Camera e Senato riunite, ho voluto portare all'attenzione del ministro il grido di allarme dell'industria del Friuli Venezia Giulia e del Porto di Trieste in seguito alla crisi del Mar Rosso. Oltre alla stima di 2 miliardi di danni, si parla di difficoltà per i lavoratori delle agenzie portuali, di ritardi di approvvigionamenti e costi delle materie prime per le nostre imprese e di un serio problema di marginalizzazione del Mediterraneo e dei suoi porti qualora la crisi dovesse perdurare. Ho voluto sottolineare altresì come sia necessario agire subito con efficacia, per affermare il diritto internazionale ed il libero transito delle merci per la difesa dei nostri interessi strategici nazionali. Nella sua risposta il ministro si è dimostrato particolarmente attento alla questione industriale e portuale della nostra regione concordando sulla necessità di un'azione immediata che l'Italia sta portando avanti a livello europeo con Francia e Germania per una missione europea che vada in questo senso. Inoltre ha sottolineato come sia importante ragionare sugli investimenti in difesa che vuol dire rafforzare le nostre forze armate per missioni come quella che si sta prospettando per riportare la sicurezza nel Mar Rosso».

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