Industria, in Friuli si riparte con il freno tirato: una parte di lavoratori resta in cassa integrazione

Mese delicato per la Cimolai ancora alle prese con l'individuazione di un partner per il denaro fresco

Lunedì 9 Gennaio 2023 di Loris Del Frate
Industria, in Friuli si riparte con il freno tirato: una parte di lavoratori resta in cassa integrazione

PORDENONE - Finite le vacanze natalizie riparte l'economia regionale. Oggi, in ogni caso, almeno il 40 per cento delle fabbriche della regione non riapre a ritmo pieno. Di più. Una parte ha deciso di prorogare di un'altra settimana le ferie, nelle altre aziende, invece, parte del personale resterà a casa in cassa integrazione. C'è subito da dire che dalle segnalazioni che stanno arrivando al sindacato e alle associazioni di categoria, la situazione non è certo allegra. Per carità, rispetto al macello che avrebbe dovuto esserci in base alle previsioni dello scorso autunno, le cose vanno molto meglio, ma il peso delle maxi bollette, l'incognita o meno sul fatto che il gas possa costare meno e i rincari delle materie prime, hanno messo diverse aziende in stand by in attesa di capire cosa accadrà nelle prossime settimane.


ELECTROLUX
In casa Electrolux Porcia ci sono da sistemare gli oltre 70 esuberi che il gruppo ha deciso per lo stabilimento pordenonese. Il primo incontro dell'anno si farà a Solaro dove si parlerà senza dubbio anche della situazione dei singoli stabilimenti e potrebbero arrivare le prime indicazioni legate alla quota che l'azienda metterà in campo per facilitare le dimissioni volontarie. È ovvio che il sindacato spera si tratti un una cifra che possa essere appetibile per chi, magari già intenzionato ad andarsene, possa cogliere questa opportunità. L'obiettivo, infatti, è quello di favorire la mobilità in uscita utilizzando anche gli ammortizzatori sociali per uno scivolo alle pensione in modo da evitare tagli drastici.

A metà mese, o al massimo i primi giorni di febbraio, dovrebbe esserci l'incontro a Porcia e quindi si saprà di più sulla situazione.


CIMOLAI
Gennaio mese fondamentale per capire come evolverà la questione. La presentazione del concordato è slittata a metà febbraio in modo da dare più tempo all'azienda pordenonese di predisporre un piano di rilancio che sia convincente. Il primo obiettivo è quello di trovare un qualcuno che entri nell'organigramma societario per portare soldi freschi. Il pool di avvocati, commercialisti ed esperti di derivati ha già ripreso a lavorare, ma la situazione allo stato è ancora ferma.


NELL'UDINESE
Situazione a macchia di leopardo anche nell'udinese, dove in ogni caso sono molte di più le fabbriche che oggi riapriranno i battenti con l'intero personale. Non mancano però anche segnali di difficoltà. Si risparmia sulle buste paga, sull'energia, si tiene il materiale e in generale si aspettano gli eventi futuri. E questo, salvo qualche rara eccezione cosa accadrà da oggi. In ogni caso Confindustria regionale ha già fatto la radiografia al nuovo anno da un punto di vita dell'economia. Sarà un anno in cui i mercati flettono, calerà la produzione industriale e ci saranno anche situazioni di sofferenza. Una situazione destinata a durare almeno sino a primavera. Poi molto dipenderà dell'esito della guerra in Ucraina almeno per quanto riguarda l'export regionale che è riuscito a tirare sino alla fine dell'anno e soprattutto dal costo di elettricità e gas, in particolare per le imprese energivore e in generale per gran parte del manifatturiero, uno dei settori su cui base l'economia industriale della Regione. Il rischio, insomma, è quello di avere un anno stagnante con alcuni picchi verso il basso in alcuni mesi. È anche vero, però che le tinte forti dipinte per la fine del 2022 fortunatamente non si sono avverate. La speranza è che anche questi segnali possano poi essere smentiti.


CASSA INTEGRAZIONE
Se è vero che già a settembre quasi tutte le imprese si sono messe al coperto chiedendo cassa integrazione, quella effettivamente fatta sino alla fine dell'anno era intorno al 27 per cento. Si tratta, insomma, di un ammortizzatore preso preventivamente. Ora vedremo cosa accadrà con l'avvio della produzione, anche legata alla imprese medie e piccole, che sono di fatto l'ossatura dell'economia friulana. Alcune, sia in provincia di Udine che di Pordenone avevano già acceso la spia rossa soffocate dall'impennata dei costi.
 

Ultimo aggiornamento: 09:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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