Tartarughe, arrivano le linee guida
per soccorrere gli esemplari marini

Lunedì 22 Agosto 2016
Tartarughe, arrivano le linee guida per soccorrere gli esemplari marini
TRIESTE - La giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, su proposta dell'assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, di concerto con l'assessore alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro, ha deliberato oggi il recepimento delle linee guida del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Mattm) per il recupero, il soccorso, l'affidamento e la gestione delle tartarughe marine ai fini della riabilitazione e della loro schedatura a fini scientifici. In sostanza si tratta di mettere in atto quanto approvato in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni nel 2014 e frutto del lavoro precedentemente svolto dal Comitato paritetico per le biodiversità.
Nel dettaglio viene individuato il Servizio di Sanità pubblica veterinaria della Regione Friuli Venezia Giulia quale struttura competente per coordinare tutte le operazioni previste che vedranno coinvolti, non solo soggetti istituzionali quali le Capitanerie di Porto regionali, le Aziende per l'Assistenza sanitarie universitarie integrate (Asui) e l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa), ma anche le associazioni di volontariato che operano nell'ambito della protezione degli animali e i Centri di recupero di animali selvatici (Cras) conformi ai requisiti indicati dalle linee guida, presso i quali verranno ricoverati gli esemplari bisognosi di cure e assistenza. (ITALPRESS) - La specie più diffusa nel Mediterraneo e che si riproduce lungo le coste italiane è la Tartaruga Marina Comune (nome scientifico, Caretta caretta). Molteplici sono i rischi che incombono su questi animali e la maggior parte di essi legati alle attività dell'uomo: in particolare l'integrità sempre più rara delle spiagge e le barriere artificiali in prossimità delle coste che impediscono alle femmine di deporre le uova. Oltre a ciò persiste un pericolo connesso all'inquinamento, che anche nell'Adriatico coincide specialmente con quello derivante dagli idrocarburi.
Il contatto con queste sostanze viene reso frequente dalla necessità delle tartarughe di emergere per respirare, il che aumenta la possibilità di sviluppare dei carcinomi epidermici e di perdere le capacità degli organi di senso. Le tartarughe che si trovano in Friuli Venezia Giulia risultano essere per lo più provenienti dall'Egeo e dal tratto di mare prospiciente il Nord Africa. Le linee guida approvate dalla giunta regionale individuano, tra l'altro, uno schema di procedura in caso di rinvenimento di un esemplare. 
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