Fedriga: «L'emergenza deve finire, Omicron per i vaccinati è solo un'influenza»

Sabato 5 Febbraio 2022 di Marco Agrusti
Massimiliano Fedriga
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Da giorni è positivo al Covid, ma giura di non essere lui il portatore del contagio del suo leader Matteo Salvini. «L'ho preso da mio figlio, non c'entro nulla», sorride. Massimiliano Fedriga, da totalmente asintomatico (con triplo vaccino) quale è, continua a lavorare da casa. E da casa, con il figlio in dad (storia di tantissimi italiani), scrive il suo nuovo manifesto per la gestione della pandemia. Parola d'ordine, normalizzazione. E basta con il clima di emergenza perenne. Il tutto in un clima politico teso e in una rete di rapporti con il governo da tessere con la cura di un leghista atipico, centrista nei fatti per evitare guai.
Fedriga, partiamo dalla scuola. Le piacciono le nuove regole più leggere decise dal governo?
«Diciamo che stiamo facendo un percorso, secondo me corretto. Noi, come governatori delle Regioni, avevamo chiesto uno scatto in più, cioè la distinzione nelle classi tra sintomatici e asintomatici. Ovviamente il positivo conclamato sarebbe rimasto comunque a casa, ma il contatto stretto senza sintomi sarebbe potuto rimanere in aula».
Invece si è scelto di distinguere tra alunni vaccinati e non...
«Si tratta comunque di un passo avanti. Ricordiamoci che con le nuove regole ci devono essere parecchi contagi in una classe per far scattare la didattica a distanza per i compagni degli alunni positivi al Covid. È sempre più difficile che questo si verifichi».
L'ultimo consiglio dei ministri però ha visto lo strappo dei tre rappresentanti leghisti. Un messaggio al governo?
«Non la metterei giù così dura. Si è trattato di un'analisi nel merito di un singolo provvedimento, nello specifico proprio quello che distingueva tra alunni vaccinati e non. Su tutto il resto siamo sempre stati d'accordo con l'Esecutivo».
Ad esempio su quali altre misure?
«L'alleggerimento delle norme che riguardano l'afflusso di turisti in Italia, la modifica delle norme sui congressi, il cambiamento della zona rossa».
Un episodio quindi?
«I ministri della Lega entreranno sempre nelle decisioni del governo, valutando nel merito. Non è cambiato granché».
Eppure si respira un'aria diversa. Qual è in questo momento il cambio di passo necessario nella gestione della pandemia?
«Dobbiamo passare velocemente a una logica endemica. È ora di dire basta all'emergenza continua. Il Covid per chi si è vaccinato con tre dosi può essere trattato, penso alle scuole, come veniva trattata l'influenza».
È anche il suo caso, dal momento che è rimasto asintomatico?
«Non sono superman. Non ho sintomi proprio perché ho completato il ciclo vaccinale con tutte e tre le dosi. Dobbiamo spingere sempre di più affinché tutti i cittadini che ancora non si sono convinti completino l'opera con il booster, che è importantissimo. I dati di cui siamo in possesso ce lo dicono chiaramente».
Quale dovrebbe essere il prossimo passo lungo la strada della convivenza con il virus?
«Io punto molto sull'eliminazione totale delle zone a colori. È vero, ora la zona rossa significa lockdown solamente per i non vaccinati, ma con le regole nazionali in vigore, che valgono per tutte le zone (penso ad esempio al Green pass) non ha più senso nemmeno il rosso. Dobbiamo abbandonare i colori, è il momento».
Basta così?
«No. Stiamo attendendo un'indicazione precisa sul conteggio dei ricoveri. Non possiamo più permetterci di considerare allo stesso modo un malato di Covid e chi ad esempio si rompe un braccio ma al momento dell'ingresso in ospedale risulta anche positivo. Un'operazione ancora più necessaria in presenza della variante Omicron, estremamente contagiosa ma per i vaccinati molto più lieve».
È necessario anche un ricalcolo dei decessi come chiedono alcuni esperti?
«Io credo di si. Partendo dai ricoveri, la mia opinione è che una maggiore trasparenza nella comunicazione dei dati relativi alla pandemia finirebbe per togliere molte delle armi ai no vax».
Eppure in Friuli Venezia Giulia sono molti, anche tra i più piccoli...
«Non mi focalizzerei così tanto sulla fascia pediatrica in questo momento. L'importante è garantire una copertura sufficiente relativa alle terze dosi del vaccino, che salvano la vita e permettono di non finire in ospedale».
 

Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 11:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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