Cade dalle scale e si rompe le vertebre: la visita di controllo rinviata di due mesi

Domenica 16 Gennaio 2022 di Mauro Favaro
Lunghe liste d'attesa per le visite mediche
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PIEVE DI SOLIGO - La scorsa estate era caduto dalle scale fratturandosi due vertebre. Dopo aver portato un busto speciale, attendeva una visita neurochirurgica entro la fine dell'anno scorso. Ma l'epidemia da coronavirus ha fatto slittare i tempi del controllo. Inevitabile, purtroppo. E così la prestazione è stata messa in calendario per metà febbraio. E' quanto accaduto a Nicola Zanchetta, 58enne di Pieve di Soligo.

LA STORIA
«A novembre ho chiamato il Cup e di seguito la Neurochirurgia di Treviso. Poi, però, non ho sentito più nulla. Ho provato a richiamare ma mi è stato solo detto di rivolgermi eventualmente all'ufficio reclami racconta il diretto interessato la situazione è difficile perché dopo l'incidente la gamba destra ha iniziato a tremare, senza preavviso. E lo stesso vale per la spalla sinistra». In queste condizioni, i timori hanno preso il sopravvento. «Devo sottopormi con urgenza questa visita ma di fatto non ho la possibilità di contattare nessuno» allarga le braccia Zanchetta. L'Usl della Marca, comunque, non è rimasta a guardare. Nonostante l'emergenza Covid, infatti, ha già riprogrammato la prestazione che il medico di famiglia del 58enne aveva prescritto con priorità D, cioè da effettuare entro 30 giorni. L'appuntamento ora è stato fissato per metà febbraio.

LA RISPOSTA
«Il Cup è subissato da telefonate di tutti i tipi - fa il punto Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria - ma il problema è già stato preso in carico e sarà risolto». «La situazione oggi è complessa a causa dell'emergenza Covid - aggiunge - garantiamo sempre le urgenze, le prestazioni da eseguire entro 10 giorni e tutte quelle dell'oncologia, oltre ovviamente al settore materno-infantile.

In base alle disponibilità, poi, continuiamo a fare anche le visite di controllo, pur se con ritmo ridotto. Quel che è certo è che non appena si aprono degli spazi effettuiamo immediatamente anche le prestazioni non urgenti».

LA DIFFICOLTÀ
Non è semplice perché oltre 600 operatori, tra medici, infermieri e oss, sono impegnati ogni giorno sul fronte dei tamponi e dei vaccini contro il coronavirus. A questi, poi, va aggiunto il personale sospeso perché nonostante l'obbligo non si è vaccinato contro il Covid. E purtroppo sono tornati ad aumentare anche i casi di positività tra il personale sanitario. Solo al Ca' Foncello sono 39 quelli in isolamento domiciliare. In tutto ciò, non si è ancora arrivati al lockdown degli ospedali. Le strutture dell'Usl, in altre parole, continuano a rispondere non solo ai problemi legati alle infezioni da coronavirus ma anche a tutte le altre patologie. In questo periodo le Medicine sono particolarmente impegnate soprattutto per quanto riguarda i pazienti non Covid. Fatto sta che la corda è sempre più tirata. E se il coronavirus non mollerà la presa, almeno parzialmente, si rischia di dover bloccare ancora una volta tutte le attività non urgenti.
 

Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 10:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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