Organizza un party erotico con la figlia 12enne per soddisfare il compagno: madre indagata

Giovedì 3 Febbraio 2022 di Maria Elena Pattaro
Bimba abusata dal compagno della madre
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TREVISO - Dà la figlia di 12 anni in pasto alle brame sessuali di quell'uomo che prometteva loro una bella vita: viaggi, auto di lusso, vestiti firmati. Un gioco perverso e dai contorni mostruosi che ora vede indagati per violenza sessuale su minore una donna trevigiana e il compagno residente nel padovano. Entrambi sui 40 anni. L'accusa, pesantissima, è di aver abusato della figlia di lei, oggi 14enne ma che all'epoca dei fatti aveva soltanto 12 anni e sarebbe stata costretta a farsi fotografare nuda e ad avere rapporti sessuali con l'uomo, sotto la regia della mamma.

Nella sua cameretta, per giunta: il luogo in cui ogni bambino dovrebbe sentirsi al sicuro. E' un racconto raccapricciante quello emerso ieri mattina, 2 febbraio, in tribunale a Treviso. La ragazzina è stata sentita dal gip Angelo Mascolo in sede di incidente probatorio. La vittima ha ripercorso con lucidità e coerenza gli episodi che aveva già descritto ai carabinieri il giorno della denuncia. La sua deposizione dovrà essere vagliata da una psicologa per stabilire se possa essere credibile o meno.

L'INCUBO
E' l'estate del 2019. La ragazzina ha appena finito la prima media. I genitori sono separati e la madre conosce un nuovo partner. Iniziano a frequentarsi e lui mette gli occhi addosso alla piccola. Le lascia intendere che è molto interessato non solo alla madre ma anche all'adolescente. In quell'istruttore di arti marziali originario di Crotone c'è la promessa di una bella vita. La ragazzina non lo sa ancora ma sta per essere risucchiata in un incubo difficile anche solo da concepire, soprattutto se a ordirne le trame è una delle persone di cui ti fidi di più. Durante quella che sembrava una normale vacanza in montagna la madre le avrebbe scattato diverse foto nuda da inviare al compagno. Con la scusa che in fondo era solo un gioco. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Ad agosto il compagno avrebbe raggiunto mamma e figlia nella loro casa dell'hinterland di Treviso.

LA TESTIMONIANZA
La donna chiede alla figlia di indossare vestiti succinti per l'occasione: ha organizzato un incontro erotico a cui parteciperanno tutti e tre. Palpeggiamenti nelle parti intime, masturbazione, sesso orale. La ragazzina sarebbe stata addirittura bendata. «Ero come paralizzata» - ha detto al giudice. Quando si è ridestata si è trovata di fronte la madre e il compagno. Nudi. «Avevano i sorrisi di Joker» - ha raccontato la ragazzina, usando come metafora la nemesi folle e sadica di Batman: uno dei supercattivi più famosi dei fumetti. Uno choc per la ragazzina che a quell'età non si era ancora mai avventurata più in là di un bacio sulla guancia all'amico per cui aveva preso una cotta. E che all'improvviso si è trovata impigliata nelle maglie di un gioco perverso. Con la raccomandazione di non dire niente a nessuno. Così è stato per oltre un anno. Poi l'adolescente trova finalmente il coraggio di raccontare quel terribile segreto: all'amica del cuore e anche alla compagna del papà, che lei considera la sua «vera mamma». A quel punto scatta la denuncia contro la madre, assistita dall'avvocato Paolo Pastre e contro il compagno di lei, rappresentato dai legali Francesca Parise del foro di Crotone e Aldo Masserut di Pordenone. A patrocinare la ragazzina, su mandato del padre, è invece l'avvocato Enrico D'Orazio.

L'adolescente ora vive con il papà che ne ha ricevuto l'affido esclusivo. Al tribunale dei minori di Venezia penderebbe anche una causa per togliere definitivamente la potestà genitoriale alla donna. L'altro indagato si trova invece ai domiciliari e ha il divieto di mettere piede nella Marca. Con tutta probabilità dovrà affrontare anche un procedimento parallelo per detenzione di materiale pedo-pornografico visto che nel cellulare finito sotto sequestro aveva le foto della 12enne nuda.
Sono parecchi i casi di violenza che approdano al Palazzo di giustizia. Ieri mattina un 54enne di Vittorio Veneto è stato condannato a 8 mesi di carcere per sequestro di persona. A dicembre del 2017 al culmine di una lite avrebbe impedito alla compagna 35enne di uscire di casa chiudendo a chiave la porta d'ingresso e trattenendo la corda della tapparella della finestra così da sbarrarle anche quella via di fuga.
 

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