Violentata in discoteca a 15 anni e poi la gogna sul web. La disperazione della giovane: «Sette anni da incubo»

Sabato 9 Aprile 2022 di Giuliano Pavan
Discoteca Baita al lago di Castelfranco veneto. La violenza è successa all'esterno
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TREVISO - «Da quel giorno non l'avevo più visto. Quando me lo sono ritrovato davanti in aula mi sono sentita male e sono dovuta uscire». Alessia (nome di fantasia, ndr) oggi ha 22 anni. Ne sono passati quasi sette da quel 21 agosto 2015 quando, dopo una serata passata all'Eurobaita al Lago di Castelfranco Veneto, ha denunciato di essere stata violentata dall'ex pr Filippo Roncato, che all'epoca di anni ne aveva 20.

Per quei fatti, in primo grado, il rampollo di una nota famiglia di imprenditori del settore del mobile di Loreggia (Padova), era stato condannato a sei anni di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 25mila euro in favore della vittima e della madre, costituitesi parte civile con l'avvocato Marcello Vinci. Giovedì, quando i due si sono rivisti per la prima volta dopo i fatti contestati, la corte d'appello di Venezia ha confermato la sentenza a carico di Roncato, difeso in aula dall'avvocato Fabio Pavone.

LA REAZIONE

«Finora non ho mai voluto parlare di questa storia - spiega Alessia -. Grazie alla mia famiglia e a un lungo lavoro con gli psicologi mi sono ripresa la mia vita. Ripenso ancora ogni giorno a quella sera, ma con una consapevolezza diversa. Mi sono chiesta molte volte come sarebbe stata la mia esistenza se non fosse successo nulla, o se fossi stata altrove. Quanto accaduto non si cancella, e ho imparato ad andare avanti». La 22enne non dimentica. E si affida ai social per sfogarsi: «Dopo tutto il calvario che ho passato tanta gente deve farsi due domande e tanti esami di coscienza. Sono stata derisa, umiliata e presa in giro per anni. Giustizia è fatta dopo 7 anni, è stato tutto riconfermato». E continua: «Ti butto l'acido addosso, prega che non ti trovi mai da sola, ti do fuoco alla casa, stai attenta a uscire, cosa ci facevi in quel bar?, guarda che ti vediamo: sono solo alcuni dei messaggi che ho ricevuto nel corso di questi 7 lunghi anni. E per cosa? Per aver raccontato la verità».

IL DOLORE

La difesa di Roncato ha già annunciato che presenterà ricorso in Cassazione. «Il mio assistito è convinto che la verità verrà fuori - afferma l'avvocato Pavone -. Aspettiamo le motivazioni della sentenza ma sicuramente faremo ricorso in Cassazione». Concetto ribadito anche dal diretto interessato sul proprio profilo Instagram. Proprio mentre Alessia si lasciava andare a un altro sfogo: «Per anni ho avuto problemi di autostima, paura che qualcuno mi facesse del male, insicurezze e forti crolli emotivi che mi facevano pensare di essere una cattiva persona quando in realtà non avevo fatto nulla. Questa persona mi ha rovinato la vita per sempre perché non potrò mai dimenticare tutto il male che mi ha fatto, quando voi vivevate la vostra adolescenza io andavo in aula a sentire e risentire tutta la storia». La 22enne ha anche sottolineato il fatto che per molto tempo si è autocolpevolizzata: «Ero vestita troppo provocante quella sera? Avevo 15 anni. Forse non mi rendevo conto di nulla. Ma adesso lo so, e faccio fatica a fidarmi delle persone».

LA VICENDA

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il 21 agosto 2015 Alessia era con un'amica all'Eurobaita al Lago. Come la giovane ha già raccontato in aula, Filippo Roncato «mi ha portato in una zona isolata della discoteca - ha raccontato la giovane - e lì ha iniziato a baciarmi e palpeggiarmi, poi mi ha costretto a spogliarmi e mi ha imposto un rapporto sessuale completo». Il racconto era stato confermato anche dall'amica, la ragazza che aveva tentato di correre in suo aiuto e che il 32enne Giulio Peschetola (in primo grado condannato a un anno, in appello pena ridotta a sei mesi per violenza privata difeso dall'avvocato Umberto Pauro, ndr) avrebbe trattenuto lungo la scalinata che permette di accedere al giardino esterno, poco lontano da dove si stava consumando la violenza sessuale. «Non è stata violenza, è stato un rapporto sessuale tra consenzienti», era stata fin da subito la tesi di Roncato. Ma i giudici hanno stabilito, nei primi due gradi di giudizio, che si è trattato di violenza sessuale ai danni di una minorenne.
 

Ultimo aggiornamento: 16:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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