Vino italiano sotto attacco, in rivolta i produttori italiani e il governo fa muro. L'idea di togliere l'alcol e aggiungere acqua anche nelle denominazioni d'origine è l'ultima trovata di Bruxelles per il settore enologico già sotto attacco dalla proposta di introdurre etichette allarmistiche per scoraggiarne il consumo, previste nel «Piano d'azione per migliorare la salute dei cittadini europei». «L'introduzione della dealcolazione parziale e totale come nuove pratiche enologiche rappresenta un grosso rischio ed un precedente pericolosissimo e che metterebbe fortemente a rischio l'identità del vino italiano e europeo», denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. «Sono proposte che il nostro Paese non intende assecondare», taglia corto il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli: «Porterò in Europa la voce compatta del Governo».
BOTTEGA: ERRORE MADORNALE
«Troviamo bizzarra e dannosa per il settore del vino, per il made in Italy e l'enoturismo, la proposta che circola a Bruxelles - commenta il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon - che punta a snaturare un prodotto che vanta secoli di storia e di pratiche enologiche. Quest'ipotesi favorisce esclusivamente gli interessi di gruppi economici e multinazionali slegate dai nostri territori. Il vino è un prodotto fortemente identitario e culturale, prevederne l'aggiunta di acqua è un'idea da respingere senza esitazione». Anche perché si scontra con le rigide norme dei disciplinari di produzione delle Doc e Docg. «Se fosse vera questa proposta, sarebbe estremamente negativa perché farebbe perdere la qualità e l'anima dei nostri vini - commenta il produttore trevigiano di Prosecco e altri Docg Sandro Bottega -. Sarebbe un errore madornale colpire questo settore nella sua indole naturale e nelle sue tradizioni. Ma non è il primo attacco al nostro vino e ai nostri prodotti tipici: penso che la Ue in generale non abbia ben chiaro la necessità del rispetto organolettivo dei nostri prodotti». «Siamo alla follia: se Bruxelles vuole infliggere un colpo mortale a uno dei settori più importanti del made in Italy, lo dica chiaramente - avverte l'eurodeputata Rosanna Conte -. Noi ci opporremo in tutte le sedi. Lo deve fare il governo, e lo faremo noi eurodeputati al Parlamento europeo, dove questa proposta dovrà essere votata». E se proprio si vuole aggiungere l'acqua, che si cambi il nome. «Vengano chiamate bevande a base di vino», propone il coordinatore di Alleanza Cooperative Agroalimentari Luca Rigotti.
M.Cr.