Nuovo Patto di Stabilità: cosa è, cosa cambia e come funziona il piano di 7 anni per ridurre debito e deficit

Ecco i pilastri del nuovo Patto di Stabilità

Martedì 23 Aprile 2024
Nuovo Patto di Stabilità: cosa è, cosa cambia e come funziona il piano di 7 anni per ridurre debito e deficit

Ecco i pilastri del nuovo Patto di Stabilità che prevede piani di 4 anni, estendibili a 7, per risanare i conti e stabilisce nuovi paletti, con deroghe e norme transitorie.

Si tratta dell'insieme di regole comuni per aumentare la convergenza dei conti pubblici nell'Ue. L'obiettivo resta quello di portare i deficit pubblici sotto il 3% del Prodotto interno lordo e i debiti pubblici sotto il 60% del Pil. Il vecchio Patto era stato sospeso a inizio pandemia ed è stato riattivato a inizio 2024.

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I tempi

I piani di rientro concordati dai Paesi avranno una durata di 4 anni, estendibili a 7 anni a fronte di riforme che migliorano il potenziale di crescita e la sostenibilità dei conti pubblici. Per dar più tempo sul risanamento verranno considerati anche gli impegni sul Pnrr. Recovery e cofinanziamento nazionale dei fondi Ue nel 2025 e 2026 saranno considerati poi per consentire eccezioni a un rientro dei conti anno per anno e senza rinvii.

 

Traiettoria e spesa

La Commissione comunicherà agli Stati una 'Traiettoria di riferimento' per porre il debito in un percorso discendente sostenibile e calcolata con metodologia data. Quest'anno sarà annunciata con il 'Pacchetto di primavera' il 19 giugno. In base a quella gli Stati dovranno presentare piani pluriennali di spesa (entro il 20 settembre), cui attenersi strettamente e anno per anno (sono fissati massimali di sforamento).

 

Paletti sul debito

La Traiettoria dovrà comunque portare a un calo medio annuo minimo dell'1% del rapporto debito pubblico/Pil per i Paesi con un debito oltre il 90% del Pil, come l'Italia (lo 0,5% per chi ha il debito tra 60 e 90%).

 

Più virtuosi sul deficit

Viene introdotta una 'salvaguardia' che impegna gli stati con deficit/Pil già entro il tetto del 3% di ridurlo ulteriormente all'1,5%.

 

Cosa cambia

I Paesi che sforano il 3% del deficit dovranno garantire un aggiustamento strutturale dei conti per almeno lo 0,5% del Pil. La procedura scatta anche per il debito eccessivo e se i Paesi non rispettano gli impegni sui piani di spesa (con valori prestabiliti di tolleranza). Il 19 giugno sarà anche la data in cui formalmente si apriranno gli iter per disavanzo con i report della Commissione. Secondo Eurostat nel 2023 undici Paesi Ue avevano deficit oltre il 3%. A rinforzo della procedura sono previste sanzioni fino allo 0,05% del Pil.

 

Tolleranza su riforme

La procedura terrà conto dei progressi su riforme e investimenti, inclusi quelli del Pnrr, e dell'aumento degli investimenti nella difesa.

 

Costo interessi

In via transitoria nel primo 'round' di piani si terrà conto dell'aumento dei pagamenti degli interessi sul debito quando uno stato si impegna a un dato insieme di riforme e investimenti.

Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 08:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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