La Finanza a Veneto Banca
e nelle case di soci e dirigenti
Inchiesta per ostacolo alla vigilanza

Martedì 17 Febbraio 2015
Consoli e Trinca
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MONTEBELLUNA - Militari della Guardia di Finanza hanno perquisito questa mattina a Montebelluna la sede legale e amministrativa di Veneto Banca, società cooperativa per azioni.

Le perquisizioni anche in altre sedi sono state disposte in un'inchiesta della Procura di Roma per ostacolo alla vigilanza. Titolari del procedimento sono il procuratore aggiunto Nello Rossi ed il sostituto procuratore Francesca Loy.



La Guardia di finanza in azione





In corso perquisizioni anche a casa di 16 soci che avrebbero ricevuto ingenti finanziamenti.

I militari hanno perquisito anche l'abitazione dell'amministratore delegato e ora direttore generale Vincenzo Consoli e dell'ex presidente Flavio Trinca.

Veneto Banca, l'istituto di Montebelluna presieduto da Francesco Favotto e oggi obiettivo di una perquisizione delle Fiamme Gialle, aveva presentato i risultati preliminari del bilancio 2014 lo scorso 11 febbraio e da essi era emerso un risultato negativo per 650 milioni di euro a causa di rettifiche per 363 milioni e svalutazioni degli attivi per 390 milioni, cioè del 41%. Questo, era stato spiegato dai vertici dell'istituto di Montebelluna, soprattutto a causa dell'accoglimento integrale delle indicazioni della Bce in termini di Asset quality review (Aqr) e che avevano dato luogo ad accantonamenti prudenziali per 539,6 milioni su un totale dei 746,4 contabilizzati. L'esame del Consiglio di amministrazione sul prospetto di bilancio è previsto per il prossimo 10 marzo.

«Veneto Banca ripone piena fiducia nell'operato della Magistratura e della Guardia di Finanza - afferma in una nota il presidente dell'istituto, Francesco Favotto - garantiamo la massima disponibilità a collaborare con le autorità, nelle modalità che riterranno più opportune».




Il blitz a Montebelluna





Il patrimonio di vigilanza, si legge nel decreto di perquisizione è stato «rettificato da due miliardi e 12 milioni di euro a un miliardo e 662 milioni di euro, con uno spread negativo di 345 milioni di euro». L'inchiesta giudiziaria ha preso spunto da un rapporto ispettivo di Bankitalia che ha evidenziato anche la tendenza a concedere finanziamenti in assenza delle prescritte tutele in materia, con conseguente «scadimento della qualità del portafoglio prestiti» e perdite per oltre 192 milioni di euro. Il rapporto ispettivo è finito alla procura di Treviso ed il relativo fascicolo è stato trasmesso a Roma per competenza in quanto il presunto reato di ostacolo alla vigilanza si è radicato nella capitale, dove ha sede la Banca d'Italia.

Ora gli inquirenti vogliono fare luce anche sui rapporti tra l'istituto di credito ed i destinatari di finanziamenti concessi in assenza delle garanzie previste. Veneto Banca è uno degli istituti interessati dalla trasformazione previste dal Governo per le Popolari.
Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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