Veneto Banca alla Bce: «Subito
la conferma del progetto Borsa»

Venerdì 13 Maggio 2016
Cristiano Carrus
Avanti tutta con il piano industriale delineato. Se la Bce aveva ribadito nella lettera inviata al cda e ai soci prima dell'assemblea del 5 maggio di ritenere imprescindibile il progetto Serenissima (in sostanza il percorso aumento di capitale e quotazione in Borsa), ora è il nuovo presidente Stefano Ambrosini a rassicurare di persona Francoforte che il ribaltone al vertice di Veneto Banca non cambia i programmi.
Anzi, il neo numero uno ha annunciato che già lunedì sottopporrà al consiglio di amministrazione «la conferma del quadro in essere».

ESORDIO - Ieri l'avvocato e giurista torinese ha avuto il suo battesimo davanti alla Vigilanza europa nella sua nuova veste alla guida del gruppo bancario di Montebelluna. Appuntamento all'Eurotower poco dopo l'ora di pranzo, accompagnato dal direttore generale Cristiano Carrus e dalla presidente del comitato esecutivo Carlotta De Franceschi. Incontro di routine, secondo quanto trapela, per presentare i nuovi vertici dell'istituto trevigiano agli interlocutori della Banca europea. Naturalmente si è fatto il punto sui prossimi passi che attendono Veneto Banca.

VIA LIBERA - Riconfermato dunque nel cda di dopodomani il via libera al piano industriale di recente ricalibrato, il pre-marketing (cioè i primi sondaggi sull'offerta di azioni ad investitori qualificati) dovrebbe aprirsi il 19 o il 20 maggio, dopo lo slittamento di una settimana dovuto proprio al cambio nel board. A quel punto sarà avviato l'iter del'aumento di capitale da un miliardo: entro fine mese dovrebbe essere definita la forchetta di prezzo, l'offerta dei titoli è prevista per i primi di giugno per arrivare allo sbarco a Piazza Affari entro fine di giugno.

SOCI - Il calendario è sostanzialmente confermato. Anche se Ambrosini e i suoi potrebbero aver chiesto alla Bce un pò di tempo in più. È quello che si augura anche Bruno Zago. L'industriale trevigiano della carta, sempre ieri, in un'assemblea a Padova, è stato eletto presidente di Per Veneto Banca, l'associazione dei cosiddetti "grandi soci", una delle due che hanno sostenuto la lista Ambrosini. Sostituisce Matteo Cavalcante, dimessosi proprio in seguito all'ingresso in consiglio.

FLOTTANTE - Zago si è detto convinto della possibilità di coagulare un gruppo di investitori "privati" sufficiente a garantire il flottante. «Ora che siamo riusciti a cambiare il cda - ha sottolineato il patròn della Pro-Gest - la sfida che ci attende è quella di raccogliere il 25% di capitale, dal 15% che già deteniamo, per permetterci di essere quotati». L'obiettivo primario è scongiurare la fine di Popolare di Vicenza, fagocitata dal fondo Atlante. A maggior ragione dopo le dichiarazioni del consigliere delegato di Intesa, Carlo Messina, secondo cui, se il veicolo gestito da Quaestio sgr dovesse intervenire, lo farà solo prendendo il controllo anche della banca montebellunese. Secondo Zago ci potrebbe anche essere altri fondi e realtà istituzionali interessate all'operazione: «Siamo pronti per lavorare per portarli dalla nostra parte, per fare in modo che la banca rimanga del territorio».
Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 08:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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