Truffa Nft, prorogate le indagini a Treviso. Il procuratore: «E' difficile ricostruire il flusso delle criptovalute»

Giovedì 2 Marzo 2023 di Valeria Lipparini
Truffa Nft, prorogate le indagini a Treviso (in foto Christian Visentin)

TREVISO - Scandalo Nft, la Procura di Treviso si appresta a chiedere una proroga d'indagine. Altri sei mesi per portare avanti un'inchiesta particolarmente complessa, con ramificazioni in Europa e negli Emirati arabi. «Non ci saranno problemi ad ottenerla. Gli accertamenti bancari per ricostruire il flusso delle criptovalute sono particolarmente tortuosi. Bisogna agganciare ogni posizione risalendo al versamento, al giro di soldi e individuare in che "cassetti" sono stati smistati, per che fine e qual è stato il beneficiario finale» scandisce il procuratore della Repubblica Marco Martani. Che spiega: «Le promesse che faceva la New Financial Technology erano del tutto fasulle. Chi versava era ingolosito dalla speranza di guadagni altissimi, anche il 10 per cento, che invece si sono rivelati truffaldini. Ricostruire l'intero castello di cessioni e di società richiede tempo. Ecco perchè andremo a una proroga». In Procura, intanto, continuano a giungere le querele di parte che, a ieri, ammontavano a 164. Ma ne stanno arrivando nelle Procure di tutta Italia, tanto che la Guardia di Finanza trevigiana ha diramato una nota ai rispettivi comandi perchè tutte le querele vengano fatte convergere quanto prima in Procura a Treviso. Il termine ultimo per presentarle scade il 30 marzo, secondo quanto stabilisce la Cartabia.

I fatti

Per ora a risultare indagati, per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, oltre che per i reati di truffa aggravata e abusivismo finanziario sono l'avvocato Emanuele Giullini, Christian Visentin e Mauro Rizzato le "menti" della Nft. A loro si sono aggiunti Kristian Gallina, consulente assicurativo di 39 anni di Trevignano, assieme al 48enne Massimiliano Musto, socio di Daniele Pianon, 54enne di Roncade, anche lui sotto inchiesta. E poi, per ora, una decina di broker per un giro di affari di quasi 300 milioni di euro in cui è caduta una platea di oltre 6mila risparmiatori. «Organizzare, censire, caricare e registrare la montagna di querele che sta arrivando crea un super lavoro agli uffici della Procura. E questo è solo il primo aspetto di un'opera gigantesca che la Procura sta mettendo in piedi. Perchè, poi, ogni querela deve essere collegata al flusso di denaro, a chi lo ha movimentato e a chi ha esercitato abusivamente l'attività finanziaria, reato molto più pesante della truffa, che prevede pene fino a 8 anni - spiega il capo della Procura - Comunque, abbiamo attivato i canali ufficiali attraverso la Finanza e non ci risultano arresti, eseguiti a Dubai, in capo a Visentin e Giullini». Tutto questo mentre anche la giustizia degli Emirati Arabi si sta dando da fare sul caso. Proprio Visentin e Giullini risultano aver riparato a Dubai, vivere in appartamenti di lusso, con barche a disposizione. L'avvocato Paolo Gianatti, assicura: «Christian Visentin è libero. Ha parlato con le autorità di Dubai e ha chiarito la propria posizione». Poi, aggiunge: «Visentin è disponibile a rendere la propria testimonianza anche alla Procura di Treviso in merito alla Nft.

Pronto a parlare se verrà chiamato a farlo. Ma, finora, nessuno si è fatto sentire».

Le sorprese

Intanto, l'inchiesta sulla Nft potrebbe riservare altri sviluppi e nuovi colpi di scena. Non ci sono solo i sequestri della Finanza a dieci auto di lusso per 800mila euro nelle disponibilità di Simone Rizzato, 49enne di San Giorgio delle Pertiche, fratello di Mauro Rizzato, 57enne di San Pietro di Feletto, a cui sono stati sequestrati a Chiasso 8 orologi (350mila euro di valore). Altri 600mila euro sono stati sequestrati a Daniele Pianon, 54enne di Roncade, che si è visto porre i sigilli anche a un vigneto e a un immobile a San Biagio di Callalta. Documenti e supporti informatici sono invece stati sequestrati a due agenti (una 40enne di Roncade e un 39enne di Trevignano) e a un altro dirigente (un 49enne di Mestre). Novità, dicevamo, potrebbero emergere dai risparmiatori che si stanno muovendo con i loro legali per tirare in ballo altre società, collegate alla Nft. Obiettivo: chiedere il rimborso degli investimenti spariti nel nulla.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci