Truffa Nft, vigneti e auto di lusso: ecco come spendevano i soldi i nuovi indagati

Sabato 18 Febbraio 2023 di Giuliano Pavan
Truffa Nft, vigneti e auto di lusso: ecco come spendevano i soldi i nuovi indagati

TREVISO - Il cerchio si è stretto. Eccome. La Guardia di Finanza di Treviso ha messo sotto sequestro beni mobili, immobili, conti correnti e contanti per un totale di 2 milioni di euro a carico di una serie di indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla maxi truffa delle criptovalute messa in atto dalla Nft di Silea.

Dai suoi vertici e dai vari broker. Si tratta di una casa, un terreno, otto orologi, dieci auto, oltre a disponibilità finanziarie: i vari blitz sono scattati ieri mattina, uno invece risale a un mese e mezzo fa. E stavolta i principali indiziati, ovvero l’avvocato romano Emanuele Giullini e l’ex direttore commerciale Christian Visentin già finiti nei guai a Dubai, dove risiedono, non c’entrano. E non c’entrano nemmeno gli altri tre indagati già noti da tempo, ovvero Mario Danese, 58enne ex direttore della società, e i due procacciatori Michele Marchi, 32enne di San Pietro di Feletto e il meccanico pordenonese Maurizio Sartor, 57enne di Fiume Veneto. No: i nomi sono nuovi. Su tutti quello di Daniele Pianon, 53enne di Roncade.


I SIGILLI
Gli uomini delle fiamme gialle lo avevano identificato da tempo. E ne avevano monitorato i movimenti, soprattutto bancari. Già, perché Daniele Pianon, lo scorso ottobre, dopo aver avviato un’azienda vitivinicola, aveva acquistato un terreno a San Biagio di Callalta da adibire, appunto, alla coltivazione di vitigni pregiati. Ieri mattina si sono presentati nella sua abitazione di Roncade con un mandato di perquisizione e un decreto di sequestro preventivo sia del terreno che di un immobile adiacente, del valore complessivo di 230mila euro, e di disponibilità finanziarie per altri 600mila, giacenti sui conti correnti della società. Secondo le fiamme gialle si tratta di proprietà (e di denaro) derivanti dalle attività della New Financial Technology, di cui Pianon risulta essere una figura dirigenziale.

Gli inquirenti hanno le prove che quelle disponibilità finanziarie erano in procinto di essere utilizzate per un’ulteriore compravendita immobiliare legata all’attività vitivinicola.


GLI INDAGATI
Poco distante dall’abitazione di Pianon abita invece una 40enne, agente della Nft. I finanzieri hanno bussato alla sua porta consegnandole un avviso di garanzia e perquesendo la sua abitazione. Le sono stati sequestrati il telefono cellulare, il computer, un tablet e altri supporti informatici, oltre a tutta la documentazione riguardo ai contratti che aveva stipulato con i clienti per conto della Nft. Stessa sorte toccata ad altre due persone: un 39enne di Trevignano, che per la società di Silea svolgeva l’attività di broker, e un 49enne di Mestre, un ex dirigente.

L’ultimo nuovo indagato è Simone Rizzato, 49enne di San Giorgio delle Pertiche e fratello di Mauro Rizzato, 57enne di San Pietro di Feletto ed ex vertice della Nft. Al padovano, che non aveva avuto rapporti diretti con la Nft, sono state sequestrate dieci auto di lusso acquistate, tramite la sua società, con il denaro drenato dalla New Financial Technology. Ovvero quello dei risparmiatori, secondo le fiamme gialle. 


LE ACCUSE
La Procura di Treviso, a fronte dei sequestri e dei nuovi sviluppi delle indagini, ha deciso di procedere per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, all’abusivismo finanziario, al riciclaggio, all’autoriciclaggio e al reimpiego in attività economiche dei profitti dei reati. A confermarlo, nei giorni scorsi, è stato il procuratore di Treviso, Marco Martani, sull’onda delle notizie che arrivavano da Dubai riguardo a Giullini e Visentin. Che le accuse si stessero aggravando era nell’aria, come anticipato dal comandante provinciale della Guardia di Finazna di Treviso, Francesco De Giacomo, il quale, sottolineando che erano state attivate le Procure di diversi paesi europei (Svizzera, Svezia e Inghilterra in primis), aveva anche aggiunto che l’attenzione degli inquirenti si era spostata anche sui trader, l’anello di congiunzione tra i clienti beffati e i vertici della società dedita agli investimenti in criptovalute. 

Ultimo aggiornamento: 08:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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