Truffa Nft, gli investitori: «Abbiamo denunciato i 20 agenti che sapevano del raggiro»

Venerdì 17 Febbraio 2023 di Giuliano Pavan
Truffa Nft, denunciati gli agenti

TREVISO - Lo scandalo criptovalute si allarga ancora. Dopo lo scatto della Procura di Treviso che ha deciso di indagare anche per associazione a delinquere, oltre alla truffa aggravata e all'abusivismo finanziario, sono i truffati dalla New Financial Techonology a fare un ulteriore passo in avanti, portando sui tavoli degli inquirenti i nomi e i cognomi di venti agenti della società di Silea che hanno fatto da tramite con i vertici, ovvero l'avvocato romano Emanuele Giullini (arrestato a Dubai giovedì della settimana scorsa e libero su cauzione in attesa dell'udienza di lunedì prossimo), il direttore commerciale Christian Visentin (tutt'ora irreperibile ma che attraverso il suo legale, l'avvocato Paolo Gianatti, ha fatto sapere che si presenterà spontaneamente alle autorità emiratine avendo già concordato il giorno) e l'ex socio Mauro Rizzato, che attualmente risulta residente in Svizzera e finora l'unico dei tre principali indagati a non aver subito alcun ordine restrittivo.

Identificati i 20 broker della Nft 

A spingere i clienti della Nft a fare il nome degli agenti è stato l'avvocato Matteo Moschini, che ha aiutato agli inquirenti di identificare già venti broker, e che sottolinea come la Procura abbia in mano le generalità di un'altra serie di intermediari, anche se non ancora destinatari di un avviso di garanzia. «Gli agenti hanno indotto materialmente le vittime a effettuare i versamenti a favore di Nft - afferma Moschini - fungevano da anello di congiunzione tra le vittime e la società, mettendo a disposizione il materiale informativo predisposto dalla stessa Nft, curando la trasmissione della documentazione contrattuale, impartendo alle vittime le istruzioni circa le modalità di disposizione dei pagamenti e inoltrando alla Nft la copia delle disposizioni di pagamento.

In più tenevano costantemente aggiornate le vittime, rassicurandole circa la bontà degli investimenti e magnificando le iniziative della Nft. In definitiva assumevano un ruolo attivo nell'instaurazione e nello svolgimento del rapporto tra la Nft e le vittime, fornendo cosi un apporto causale decisivo negli investimenti effettuati. In più introitavano importanti provvigioni: è evidente che tale attività veniva esercitata abusivamente, non essendo nessuno degli agenti in possesso di alcun titolo o qualifica che li abilitasse».

Le indagini

Il cerchio si sta comunque stringendo. Soprattutto attorno a Giullini e a Visentin, entrambi braccati dall'autorità giudiziaria di Dubai, dove entrambi si sono rifugiati ormai da tempo. «Ha fornito la sua versione dei fatti all'unità di investigazione finanziaria e poi è stato rilasciato - spiega il legale di Giullini, l'avvocato Nicola Bonino -. Ora è sottoposto a un travel ban, una misura assimilabile a un divieto di espatrio dal paese». Lo stesso che sarebbe scattato nei confronti del suo socio Visentin, che con le autorità deve però ancora parlare. Giullini, libero grazie al pagamento di una cauzione, ha ottenuto la scarcerazione grazie alla promessa di risarcire i 400 investitori che hanno presentato denuncia nel Paese del Golfo Persico mettendo sul piatto una cifra di 40 milioni di euro. Risarcimento che, per le nuove leggi di Dubai, permette l'estinzione del reato contestato.

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Ultimo aggiornamento: 14:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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