Vive per sei mesi con il figlio morto in casa per incassare la pensione d'invalidità: «Restituirò tutto»

Mercoledì 11 Maggio 2022 di Giuliano Pavan
Anziana disperata

TREVISO - «Restituirò tutto». La volontà di Giovanna Di Taranto, la 74enne che per nove mesi ha vegliato il figlio morto a 50 anni, Vittorio Chies, continuando a incassare la sua pensione di invalidità, ha deciso di chiudere i conti con la giustizia.

Prima formalizzerà la restituzione dei 5mila euro percepiti senza averne diritto, poi presenterà, attraverso il suo legale, l'avvocato Cristiana Polesel, una richiesta di patteggiamento della pena per indebita percezione di erogazioni statali. Già, perché le ipotesi di reato formulate inizialmente dal sostituto procuratore Davide Romanelli, ovvero quelle di truffa ai danni dello Stato e occultamento di cadavere, sono state riqualificate in indebita percezione di erogazioni statali.

LA VICENDA
La donna, che ora vive a Milano in una struttura per anziani ma che all'epoca dei fatti abitava in un appartamento al terzo piano in via Castellana, per 6 mesi aveva continuato a incassare la pensione di invalidità di 900 euro del figlio disabile morto, essendo anche sua tutrice legale. Il cadavere dell'uomo, ormai mummificato, era stato lasciato adagiato a letto e abbandonato alla decomposizione. Vittorio Chies era portatore di una grave disabilità psichica causata da un problema avvenuto al momento del parto e soffriva inoltre di diverse gravi patologie. Nel maggio del 2019 non si poteva sapere se una di queste condizioni, oppure la combinazioni di più problemi di natura medica, fosse stata l'ultima stazione del viaggio di una persona fragile. La morte, sopraggiunta tra l'agosto e il dicembre 2018, aveva spinto la donna a continuare ad accudirlo, seppur privo di vita. E a percepire la sua pensione.

LA SCOPERTA
La donna aveva continuato a dissimulare una quotidianità del tutto normale. Ogni mattina scendeva al bar, comprava una brioche alla crema per il figlio sottolineando quanto gli piacevano, e poi rientrava in casa, dove viveva barricata. Anche i vicini di pianerottolo, quando le chiedevano informazioni sulle condizioni di Vittorio, si sentivano rispondere che andava «tutto bene». Lui però non si era più visto in giro, neanche al Centro diurno di via Lancieri Novara, da sempre frequentato con cadenza settimanale. La scoperta avvenne per puro caso. L'altra figlia della pensionata, ex dipendente di una pasticceria, il 20 maggio 2019 chiese l'intervento delle forze dell'ordine. Da Milano, dove risiede, non riusciva più a mettersi in contatto con la madre, ed era preoccupata le fosse successo qualcosa. Polizia e vigili del fuoco, dopo aver sfondato la porta dell'appartamento, si erano trovati di fronte a un'abitazione era in condizioni terribili, con oggetti e rifiuti ad ogni angolo. Poi, in camera da letto, il corpo del 50enne.
 

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