Montebelluna. Truffa alle farmacie, Adriano Visentin dovrà risarcire quasi 400mila euro

Giovedì 1 Febbraio 2024 di Giuliano Pavan
Montebelluna. Truffa alle farmacie, Adriano Visentin dovrà risarcire quasi 400mila euro

MONTEBELLUNA (TREVISO) - Due anni e sei mesi di reclusione. Ma soprattutto un maxi risarcimento da quasi 400mila euro. È la sentenza pronunciata dal giudice Laura Contini nei confronti di Adriano Visentin, 62enne di Montebelluna finito a processo per rispondere dei reati di truffa e sostituzione di persona.

Un procedimento nato dalla denuncia delle vittime, ovvero la società “Laboratorio della Farmacia” e il consorzio “Laboratorio Farmacia” di cui Visentin era il consulente incaricato ai rapporti con i clienti e i fornitori. 


L’ACCUSA
Secondo quanto riportato nel capo d’imputazione, il 62enne, sfruttando la sua posizione lavorativa all’interno dell’azienda, in un periodo compreso tra l’inizio del 2017 e l’inizio del 2019, ha fatto confluire in alcuni suoi conti correnti (e anche della figlia, estranea ai fatti, su cui poteva operare) il denaro delle aziende attive nel ramo farmaceutico facendo passare i bonifici come diretti a dei fornitori. Richieste di rimborso che, per la Procura di Treviso, venivano falsificate o create ad arte solo per sottrarre incassi alle due aziende, che si sono costituite parti civili con l’avvocato Umberto Pauro. Nel dettaglio, Visentin è stato condannato a risarcire la società “LAboratorio della Farmacia” con 140mila euro, il consorzio “Laboratorio Farmacia” con 235mila euro, il Cef con 10mila euro e l’azienda Max.Oto con 5mila


I CASI
I campi d’imputazione, in totale, erano 12. Alcuni sono stati dichiarati prescritti. Tra le varie contestazioni ci sono 24.400 euro fatti figurare come compensi per del materiale farmaceutico, altri 10.400 per compensi professionali di una terza persona, e altri 13.600 euro che sarebbero dovuti andare a tre professionisti. Non solo. Un importo di oltre 126mila euro (in dodici diversi bonifici) era stato invece giustificato come premio annuale in favore di una promotrice dei prodotti della società “Laboratorio della Farmacia” con sede in Puglia. Ma ce ne sono molti altri. Il più cospicuo, con due differenti bonifici effettuati nell’aprile e nel novembre 2018, è stato quantificato dagli inquirenti in poco meno di 160mila euro. E non manca nemmeno il caso più singolare. Si parla di 13mila euro chiesti al personale addetto all’ufficio contabilità a titolo di donazione benefica a favore di un dottore la cui attività era stata colpita dal terremoto in Centro Italia nell’agosto del 2016. In tutti i casi si tratta di denaro delle società che si sono costituite parti civili e che, secondo il giudice, finito direttamente nelle tasche del 62enne.

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