Treviso. La mamma di Leonora: «In te
un lato oscuro, rispettiamo la tua scelta»

Lunedì 6 Settembre 2010 di Matteo Bernardini
Leonora Martino
TREVISO (6 settembre) - I banchi della chiesa degli Eremitani di Padova erano gremiti sabato. Il sacerdote che ha officiato la cerimonia funebre di Leonora Martino, la 29enne di Orsago (Treviso) che si uccisa nella sua casa in Galleria Tito Livio, chiede se ci sia qualcuno che vuole esprimere un pensiero per lei. «Se lo desiderate è questo il momento di farlo», dice don Andrea. Dopo qualche secondo di silenzio sull'altare sale la mamma di Leonora, la signora Elena Michielin.



«So quanto fossi schiva», comincia con la voce incrinata dall'emozione, rompendo l'atmosfera densa di dolore e di incredulità per una morte arrivata improvvisa e apparentemente priva di spiegazioni, «ma queste parole le devo: a te e a al papà. Sei sempre stata una ragazza diversa, nel bene come nel male». «Così intelligente, capace, piena di interessi, quasi non sembrava nemmeno fossi nostra figlia - continua la mamma -. E però dentro di te c'era un lato emotivo, oscuro, molto profondo che non sei mai riuscita a esprimere. Noi lo sapevamo, ma non siamo riusciti ad aiutarti a farlo emergere. Eri una donna matura e abbiamo sempre rispettato le tue scelte. E anche questa volta lo faremo. Dobbiamo rispettare la tua ultima scelta. E voi - dice la mamma di Leonora rivolgendosi alla platea che sta ascoltando le sue parole - dovete fare lo stesso. Spero vi portiate sempre nel cuore quello che Leonora aveva di bello, perché in fin dei conti era una brava ragazza».



E sull'altare, subito dopo la moglie, sale anche Francesco Martino, il papà di Leonora: «In questi giorni ho passato qualche ora con te, in silenzio. Adesso mi piace pensare che dopo Washington e Dublino tu abbia scelto una meta più lontana. Buon viaggio Leonora».



Prima delle parole dei genitori, il rito funebre era cominciato con un lungo, intenso abbraccio tra tutte le persone arrivate per salutare la loro amica ancora un'ultima volta. E quando la bara della giovane radiologa trevigiana attraversa la lunga navata della chiesa, partono le note di «Wish you where here», la canzone preferita da Leonora. «Allora pensi di saper distinguere il paradiso dall'inferno? - cantano i Pink Floyd - I cieli azzurri dal dolore? Un sorriso da un pretesto?...e hai scambiato un ruolo di comparsa nella guerra, con il ruolo di protagonista in una battaglia? Come vorrei tu fossi qui». E come lo vorrebbero, ancora, i genitori, i parenti, gli amici di Leonora, perché potesse rispondere con la sua voce, con le sue parole, alle domande rimaste senza risposta, appese a un silenzio che sarà per sempre.
Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 22:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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