Investì una donna mentre faceva retromarcia con il Suv. Aveva assunto droghe. Al via il processo per omicidio stradale

Lunedì 17 Ottobre 2022
Luigina De Biasi

TREVISO - Guidava sotto l'effetto di droga il 35enne di Dese che il 10 settembre 2021 ha investito sulle strisce pedonali Luigina De Biasi. La Procura di Venezia ha confermato l'esclusiva responsabilità dell'automobilista, unico indagato, che con una manovra in retromarcia del suo Suv aveva colpito la 64enne. Il Gup del Tribunale di Venezia, la dottoressa Maria Rosa Barbieri, ha fissato per il 20 dicembre 2022, alle 11.30, l'udienza preliminare che vede come unico imputato l'automobilista della Mitsubishi Outlander che ora è accusato di omicidio stradale con l'aggravante di essersi messo al volante in stato di alterazione psicofisica dovuta all'assunzione di sostanze stupefacienti

La ricostruzione

La dinamica è stata ricostruita nel dettaglio dall’ingegner Maurizio De Valentini, il consulente tecnico a cui la Procura ha affidato l’incarico di redigere la perizia cinematica. L’indagato, che percorreva via Altinia in direzione di Favaro Veneto, ha svoltato a destra in una stradina cieca con il suo Suv e poi, in retro, ha attraversato pressoché perpendicolarmente la stessa via Altinia, da destra verso sinistra, per imboccare l’opposta stradina cieca dove si trova la sua abitazione, come faceva abitualmente per avere già pronta l’auto per uscire diritto A quel punto non avrebbe visto la donna sulle strisce e, una volta inserita la retromarcia, ha colpito la 64enne causandone la rovinosa caduta. L'arrivo dei paramedici e la corsa disperata in ambulanza non sono bastati. Il trauma cranico ha portato alla formazione di un edema cerebrale diffuso e alla conseguente morte cerebrale della donna.

Luigina De Biasi è morta in ospedale dopo tre giorni di agonia. 

La vittima 

Abitava a due passi dal luogo dell'incidente. Luigina De Biasi era originaria di Casale sul Sile (Tv), dove risiedono tuttora l’anziano padre e alcuni fratelli, e abitava da sola in via delle Cicogne. Era rimasta vedova da 14 anni, come ogni sera era semplicemente uscita di casa per qualche minuto per gettare la spazzatura nei cassonetti dell’isola ecologica posizionata in via Altinia, e compiendo peraltro un percorso sulla carta sicuro: non doveva neppure attraversarla, via Altinia, ma, uscita dalla “sua” laterale, ha girato a destra, e si è incamminata lungo il percorso per le bici e i pedoni che costeggia la strada principale. Ma qui è successo l’imprevedibile e irreparabile. I familiari hanno deciso per la donazione degli organi come ultimo gesto d'amore della parente scomparsa. Le parti civili sono già state integralmente risarcite dalla compagnia di assicurazione del veicolo investitore, ma adesso confidano soprattutto in una risposta forte da parte della giustizia penale, per la loro cara e anche per contrastare la piaga della guida sotto l’effetto di alcol e droghe.

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