L'attesa sottto casa e poi gli spari: i colpi esplosi davanti a una 15enne che andava a scuola

Venerdì 8 Marzo 2024 di Valeria Lipparini
Sparatoria a Chiarano

CHIARANO - «Ho sentito dei botti, sembravano dei petardi. Mi sono girata ed è stato solo allora che ho visto due uomini in scooter con la pistola in mano. E un terzo uomo che urlava "Mi hanno sparato, aiuto". Avevano il casco e giubbotti neri». È quanto ha detto una studentessa 15enne ai carabinieri. Stava andando a prendere l'autobus per raggiungere l'istituto superiore che frequenta. E si è trovata, suo malgrado, coinvolta in una sparatoria. È una dei tre testimoni che hanno assistito all'agguato di ieri mattina, 7 marzo, in via Tabacchi. Insieme a un dipendente del Comune di Chiarano che aveva rotto l'auto e ha inforcato la bicicletta per raggiungere il luogo di lavoro e una donna 40enne. Tutti e tre hanno visto lo scooter con i due sicari accostare il bersaglio, il 37enne Hajdin Kukiqi, quello che era seduto dietro, ha estratto la pistola e ha fatto fuoco. Due colpi in rapida successione, sparati mentre lo scooter era ancora in movimento. Che si tratti di una esecuzione, con colpi sparati per uccidere, oppure di un avvertimento di stampo mafioso, saranno adesso i carabinieri a stabilirlo, dipanando i fili di un'indagine che dovrà scavare oltre l'apparenza della vita tranquilla che sembrava condurre il 37enne, che lavora in una ditta a Noventa di Piave.

I PARTICOLARI
A raccontare ai carabinieri quei pochi istanti di puro terrore anche il dipendente comunale che stava percorrendo proprio via Tabacchi, in sella alla sua bicicletta, nella stessa direzione dello scooter. Inizialmente non aveva fatto caso a quello scooter con due persone a bordo: in testa caschi coloratissimi e, calata sul volto, la visiera scura che rendeva impossibile identificare i sicari. Erano molto probabilmente appostati e hanno dato gas quando hanno visto la vittima predestinata uscire da casa. Ha riferito di aver guardato con più attenzione solo quando ha sentito i colpi. Però, la sua preoccupazione principale era una sola. «Dovevo soccorrere l'uomo al quale avevano sparato» ha detto. In effetti è stato proprio lui ad avvisare i soccorsi e poi l'ispettore della polizia municipale, Filippo Vianello, che è accorso sul luogo della sparatoria in pochi minuti. «Abbiamo immediatamente allertato i carabinieri e il Suem 118.

Il ferito era cosciente, riverso a terra, pieno di sangue. Si premeva la mano contro il fianco, ma non ha mai perso conoscenza» ha riferito l'ispettore. E poi, i residenti della casa che affaccia proprio sulla via della sparatoria, due anziani che hanno visto tutto. Lei, 80 anni, racconta: «Ho sentito che gridava "Aiuto, aiuto". Ho visto che una signora è scesa (la moglie del kosovaro ndr.) ma noi non abbiamo gambe buone e non potevamo aiutarlo». E il marito: «Ho sentito due spari e ho visto l'uomo che si è buttato sulla ringhiera di casa mia chiedendo aiuto».

IL SINDACO
Sul posto si è anche precipitato il sindaco di Chiarano, Stefano De Pieri. «È stato un fulmine a ciel sereno nella nostra piccola comunità. Sembra di essere tornati agli anni 80, anni difficili anche per il nostro territorio e i Comuni contermini, dove la criminalità si era fatta violenta e si era registrato un fatto simile, con sparatoria. Ma da molto tempo non si registravano più problemi». Poi aggiunge: «Abbiamo un tasso di criminalità così basso che la nostra richiesta di finanziamento per installare telecamere è scalato nelle posizioni basse della classifica». E conclude: «La famiglia è ben inserita nel nostro tessuto urbano e non ha mai dato problemi. Posso pensare che non siano familiari o passionali le ragioni di questa aggressione mirata. Questa è almeno è la percezione».
In tarda mattinata i carabinieri sentono anche la moglie del ferito e si recano nell'abitazione dove restano una buona mezz'ora. Escono con alcuni vestiti di Kukiqi chiusi in un sacco. Abiti sequestrati che saranno analizzati alla ricerca di tracce. Mentre in via Tabacchi tutto è stato repertato, compreso un biglietto gratta e vinci lasciato cadere sull'asfalto, pochi prima dell'auto del kosovaro, la Lancia Ypsilon verso cui si stava recando per raggiungere il lavoro, in un'azienda di motori elettrici Noventa di Piave, come ogni mattina. Ma ieri la sua routine è stata sconvolta da due colpi di pistola.
 

Ultimo aggiornamento: 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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