Simona Nurcato, la blogger che racconta l'evoluzione del bagno. Come il bidet obbligatorio per legge

Si è laureata in economia ed è andata a lavorare nell'azienda paterna, che produceva box doccia. A poco a poco ha scoperto la sua vera vocazione: scrivere di bagni

Sabato 22 Luglio 2023 di Alessandro Marzo Magno
Simona Nurcato

Se vuoi conoscere un popolo guarda i suoi bagni, come si trovano ora, e come sono cambiati. È quello che fa, da una dozzina d'anni, Simona Nurcato: tiene un blog sui bagni (besidebathrooms.com), è l'unico in Italia, e in Europa ce n'è soltanto un altro, in Svezia. Tutti gli altri sono blog aziendali o, comunque, commerciali. Nurcato è nata a Napoli e vive a Treviso da quando ha finito le elementari. Si è laureata in economia ed è andata a lavorare nell'azienda paterna, che produceva box doccia, per poi seguire il negozio di arredo bagno nato come estensione dell'attività. A poco a poco ha scoperto la sua vera vocazione: scrivere di bagni, raccontarli e in seguito questo è diventato il suo unico lavoro. «Sono ambienti straordinariamente legati a quello che siamo noi», osserva. Ce n'è da raccontare. Prendiamo uno dei sanitari su cui più si è discusso e si discute: il bidet. È stato inventato in Francia, e questo si sa, la prima notizia giunta fino a noi risale al 1726, poi però i francesi sembrano essersene dimenticati: oggi meno dalla metà delle loro case è dotata dell'accessorio. La prima volta di un bidet all'interno di una stanza da bagno è invece italiana: Maria Carolina d'Asburgo Lorena, regina di Napoli dal 1768, si fa allestire nella reggia di Caserta il primo vero e propri moderno locale da bagno: con la vasca in granito rosso, rubinetti di acqua corrente (solo fredda, ma usava così), un mobile toilette e, per l'appunto, un bidet che consisteva in un catino di metallo appoggiato su una struttura di legno scuro intarsiato. È anche la prima volta che un bagno viene concepito come un ambiente separato, dove rimanere in intimità.

Questi luoghi erano assolutamente fuori dal comune, lo si deduce anche dalla "Storia della mia vita" di Giacomo Casanova. Quando l'avventuriero affitta un casino a San Moisé per appartarsi con la bella monaca MM (Marina Morosini), nel descriverne l'eleganza annota che era dotato di un «salottino intimo con bagno e stanzino all'inglese», ovvero con latrina a rilascio d'acqua, una raffinatezza tale da dover essere sottolineata.

Paese che vai...

Interessante notare che l'austriaca Maria Carolina non è stata profeta in patria: in Austria il bidet è praticamente sconosciuto (così come nel mondo di lingua tedesca) e i bagni sono strutturati con uno stanzino separato dal resto dove si trova il water, talvolta assieme a un piccolo lavandino. Questo nonostante l'imperatrice Elisabetta, più nota come Sissi, fosse una maniaca dell'igiene e utilizzasse il bidet. Oggi l'Italia e il Portogallo sono gli unici due paesi dove sia obbligatorio per legge installare almeno un bidet per abitazione. Nurcato nel suo blog ha pubblicato un post sui bidet nel mondo: se ne deduce che è più o meno diffuso nell'Europa meridionale e nel Sud America, in particolare in Argentina, un po' in Asia (ma nel pulitissimo Giappone si utilizza il washlet, una sorta di water con spruzzo all'interno), sempre meno procedendo verso l'Europa settentrionale. Se però si guarda alla ricorrenza della domanda «cos'è un bidet» balzano al primo posto Stati Uniti e Gran Bretagna: evidentemente da quelle parti non sanno cosa sia lo chiedono alla rete. I sanitari cambiano: i vecchi bidet avevano l'acqua che usciva direttamente dalla ceramica, da tre buchini collocati sotto i rubinetti, soluzione poco igienica, perché non si poteva lavare l'interno; quindi si è passati a due rubinetti e poi al miscelatore che consente una migliore funzionalità, in particolare se ci si siede guardando il muro, che dovrebbe essere la posizione canonica (spesso trasgredita, come si sa).

SI CAMBIA

I bidet, e tutti gli altri sanitari, sono via via diventati più piccoli e più scomodi. Su un water anni Settanta si stava seduti con più agio che su un water attuale. Questo perché è cambiato il bagno. Nel secondo dopoguerra, quando hanno cominciato a diffondersi i bagni all'interno delle abitazioni, erano in genere ricavati in locali lunghi e stretti con i sanitari messi uno in fila all'altro e, dove stava, spesso sulla parete di fondo, la vasca da bagno. Quindi, con il diffondersi del benessere, il bagno è diventato una vera e propria stanza, grande e importante (un po' com'era nella reggia di Caserta), uno solo per tutta la famiglia, con sanitari grandi, comodi e distanziati. In seguito si sono rimpicciolite le dimensioni, ma è cresciuto il numero di bagni, spesso nelle case di fascia medio alta sono tre: uno padronale, uno per i figli e uno per gli ospiti. È tutto più piccolo e più scomodo, come detto ma sono cresciute le esigenze estetiche, di design: dove un tempo si ricercava funzionalità, oggi si si esige armonia.

A volte ritornano

In tutto questo, però, spiega Nurcato, si assiste a interessanti ritorni: una trentina di anni fa si sono via via abbandonate le vasche da bagno, sostituite dalle docce. Una società sempre più frenetica non aveva più tempo per dedicare una mezz'ora almeno al bagno (riempire la vasca, lavarsi, fare il bagno, svuotare la vasca, pulirla). La doccia è molto più semplice e veloce da 10/15 anni, invece, stanno tornando le vasche da bagno, magari di design, tecnologiche con l'idromassaggio. Di più: prima dell'avvento delle stanze da bagno ci si lavava in camera, chi poteva, ovviamente. La servitù sistemava una tinozza su una cerata, la riempiva d'acqua calda o fredda, secondo le usanze del luogo (inglesi in acqua fredda, spagnoli e italiani calda, i tedeschi passano dalla calda alla fredda per tonificare il corpo) e ci si lavava, magari con addosso un camicione per non rimanere nudi e infrangere le regole della pudicizia. Oggi si sta tornando alla vasca in camera: i tanti alberghi e resort di lusso è stata messa una vasca da bagno all'interno delle camere. «Sono belle da vedere, ma non funzionali», precisa la blogger, «e si registra una profonda variazione del concetto di privacy, di intimità. Il bagno è un luogo intimo e personale, io non amo nemmeno il doppio lavabo». E invece oggi il lavabo talvolta viene collocato fuori dalla stanza da bagno e i bagni hanno i divisori trasparenti, di vetro, in modo che dalla stanza da letto si veda l'interno. «Sempre di più», osserva Nurcato, «il bagno sta diventando un piccolo centro di benessere privato. Si è passati dall'ambiente di servizio, all'ambiente funzionale per arrivare all'ambiente di benessere». E il futuro? «Ormai non c'è più niente da inventare. Il futuro lo vedo nella personalizzazione», è la risposta, «si va verso bagni su misura, costruiti secondo i gusti e le esigenze del cliente, un luogo dove le persone si sbizzarriscono per uniformarlo alle proprie preferenze, al proprio senso estetico». 

Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 10:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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