Quartiere ostaggio della baby gang, il medico di base rifiuta l'incarico

Venerdì 19 Gennaio 2024
Medico di base rifiuto l'incarico per paura delle baby gang

TREVISO - Niente terzo medico di famiglia negli ambulatori di via Piemonte. Almeno per il momento. La difficile situazione vissuta negli ultimi mesi nel quartiere di San Liberale, tra atti vandalici e scorribande di giovani che lasciano in giro sporcizia di ogni genere, ha portato alla rinuncia del giovane dottore appena specializzatosi in medicina generale che avrebbe dovuto aggiungersi ai due medici di famiglia già in servizio, Alberto Malatesta e Veronica Storer. «Vista la situazione, il terzo medico che doveva arrivare non verrà - più spiega Malatesta - noi per il momento restiamo per i nostri pazienti.

Ma rimaniamo sempre in attesa di una sistemazione migliore». Il rischio è che il quartiere si ritrovi completamente senza dottori.

L'AFFITTO
Malatesta e Storer sono arrivati nel 2020: il vincolo di permanenza triennale di conseguenza è già scaduto. Proprio i due dottori lo scorso novembre avevano lanciato un allarme sulle condizioni di lavoro nel quartiere. A volte la confusione creata dalle baby-gang arrivava a impedire loro di visitare le persone. E gli stessi pazienti erano spaventati. In più, c'è anche un nodo che riguarda l'affitto. Malatesta e Storer pagano 400 euro al mese a testa per poter operare nei locali di proprietà comunale, gestiti dalla società Farmacia trevigiana. A breve, tra l'altro, scatterà l'adeguamento Istat. Quindi un aumento. Il tutto mentre attorno a Treviso ci sono Comuni che chiedono meno di 100 euro al mese per l'ambulatorio. La differenza è consistente.

IL BLOCCO
Il temporaneo blocco dei nuovi inserimenti nelle medicine di gruppo integrate, deciso dall'Usl, non aiuta. «Il riconoscimento del nostro ruolo è praticamente nullo allarga le braccia Malatesta davanti a questo quadro, sto addirittura pensando di lasciare proprio il lavoro di medico di famiglia». Dal canto proprio, l'azienda sanitaria specifica che il blocco è limitato. «Riguarda solo le medicine di gruppo integrate sottolinea il direttore Francesco Benazzi la Corte dei Conti ha posto degli interrogativi sulle spese. Abbiamo deciso di procedere in questo modo in attesa del nuovo contratto della medicina generale». Nell'ultimo periodo, comunque, Ca' Sugana non è rimasta a guardare a San Liberale. Ci sono stati degli incontri in Comune per provare a rivedere il canone di affitto. Ci sono in ballo anche dei lavori per l'ampliamento dell'ambulatorio di via Piemonte. Certo, il mancato arrivo del terzo medico non è un ottimo viatico. Le strutture sono ovviamente importanti. Ma prima di tutto bisogna trovare qualcuno disposto a fare il medico di famiglia in condizioni complesse. Oltre ai pattugliamento, poi, la polizia locale ha schierato anche agenti in borghese nel quartiere di San Liberale. I medici di famiglia non puntano il dito contro il Comune. Intanto, come confermano le assegnazioni timbrate da Azienda Zero, nei primi mesi di quest'anno arriveranno nel trevigiano oltre 50 nuovi medici di famiglia specializzandi. In base all'anno del corso, potranno seguire tra i 1.000 e i 1.200 pazienti a testa. Vuol dire un totale di oltre 50mila trevigiani. Nell'ambito di Treviso, Silea e San Biagio, in particolare, sono attesi 10 nuovi dottori: Marco Bosco; Teresa Capoani; Carlotta Pantaleoni; Sara Toffolo; Matteo Manzoni; Martina Masini; Marta Caratozzolo; Barbara Benedini; Jacopo Castiello; Bukuri Zeraj.

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