Papà morto in moto a 39 anni. Viveva per la sua famiglia, era in attesa del secondo figlio che non conoscerà mai

Sabato 20 Maggio 2023 di Maria Elena Pattaro
Saimir morto a 39 anni nell'incidente in moto. Viveva per la sua famiglia, era in attesa del secondo figlio che non conoscerà mai

SAN BIAGIO - Per Saimir Gjinika la famiglia era tutto. Ma un destino crudele gli ha negato la possibilità di conoscere il suo secondo bimbo, quello che la compagna Alessandra porta in grembo. Il 39enne, già genitore di un bimbo di 5 anni, era orgoglioso di diventare di nuovo papà. Purtroppo però tutti i sogni e i progetti si sono infranti con il tremendo incidente di ieri pomeriggio, che non ha lasciato scampo a quell'operaio e padre di famiglia perfettamente integrato, che tutti descrivono come una persona gentile, volenterosa e disponibile.

Chi era Saimir Gjinika

Originario di Durazzo, Albania, era arrivato in Italia da giovanissimo insieme ai genitori e ai fratelli.

Era andato ad abitare a San Biagio di Callalta, nella frazione di Olmi. Nella Marca aveva trovato lavoro e anche l'amore: Alessandra, italiana, impiegata in uno studio legale. Da una quindicina d'anni lavorava come montatore alla Atena, ditta di Carbonera che produce e installa impianti di aspirazione. La sede dell'officina è a due chilometri e mezzo da via De Chirico, dove Saimir era andato ad abitare lo scorso autunno. Prima invece viveva con la compagna e il figlioletto vicino alla chiesa di Olmi. Ma la coppia desiderava un altro figlio sicché aveva deciso di trasferirsi in un appartamento più grande, con un po' di giardino in cui far giocare i bambini. «Era felicissimo che ne arrivasse un altro - racconta un amico e collega a cui Samir la mattina stessa dell'incidente aveva detto che ora più che mai tutte le sue attenzioni erano focalizzate sulla famiglia -. Stava pensando di cambiare auto o di vendere la moto». Le due ruote lo appassionavano da sempre, come testimoniano le tante foto postate sui social in tenuta da motociclista accanto alla sua BMW S 1000 RR, con prati e montagne sullo sfondo. Oltre a concedersi qualche giro in compagnia di altri appassionati, con la bella stagione Saimir usava la moto anche per andare al lavoro, percorrendo i pochi chilometri tra casa sua e l'officina. Ha fatto così anche ieri: a mezzogiorno è tornato a casa in auto. Poco dopo l'una è ripartito in moto visto che il cielo non minacciava pioggia. I colleghi lo aspettavano alle 13.30 ma lui non è mai arrivato. Sono stati loro, una volta appresa la tragica notizia ad accorrere prima in via Duca d'Aosta, teatro dell'incidente, e poi all'ospedale.

LO STRAZIO

Al Ca' Foncello si è riunita tutta la famiglia di Saimir: la compagna, al quarto mese di gravidanza, l'anziana madre, i fratelli. Sbalzato di sella nell'impatto, il 39enne ha fatto un volo di oltre 30 metri. Era stato rianimato a lungo sul posto e ricoverato in codice rosso a Treviso. Le speranze di salvarlo erano però ridotte al lumicino: Saimir si è spento poco dopo il ricovero. «La madre era disperata: piangeva e urlava. Continuava a chiamarlo per nome - raccontano -. La compagna è una donna forte ma in questo momento di disperazione dobbiamo starle tutti vicino». È quello che parenti, amici, colleghi e vicini di casa stanno facendo in queste ore, anche per proteggere il bimbo di 5 anni, rimasto senza papà.

UN ANGELO

«Per me non era soltanto un collega ma un amico - racconta chi ieri pomeriggio si è precipitato sul luogo dell'incidente -. Parlavamo di moto, ma anche dei nostri progetti di vita. Lui era gentile, di bella presenza, se avevi bisogno ti dava sempre una mano. Ci siamo salutati a mezzogiorno e poi ho visto la moto distrutta. Non doveva finire così. Mi dispiace davvero tanto». Anche i vicini di casa sono sconvolti e affranti. «Mi ha salutata sventolando la mano mentre usciva in moto dal cancello - dice Federica -. Non lo conoscevo bene perché era qui da pochi mesi ma aveva sempre un sorriso per tutti». Fabio, invece che è il suo dirimpettaio, ha fatto esperienza diretta dell'altruismo di Saimir: «Ci ha dato una mano con i lavori di casa. Aveva una gran manualità e una gentilezza fuori dal comune. La sua morte ci addolora». Ma a essere in lutto è un'intera comunità: «Abbiamo perso un angelo - afferma la neo sindaca Valentina Pillon -. Tutti parlano bene di Saimir: una persona disponibile, riservata, dedita al lavoro. Ci stringiamo al dolore della famiglia». L'incidente di ieri ha sconvolto per sempre le vite della compagna, del figlioletto e anche del nascituro, che non potrà mai conoscere il papà.

Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 12:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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