Residenti, la città di Treviso continua a svuotarsi: abitanti sotto quota 85mila

Domenica 8 Maggio 2022 di Paolo Calia
La città sempre più spopolata: si allontana quota 85mila

TREVISO - Il numero dei residenti non cresce. La fatidica soglia degli 85mila, trampolino di lancio verso quota 90mila, ancora non viene raggiunta e superata. Anzi, tra 2020 e 2021 si registra una seppur leggera flessione. Lo dicono i numeri: secondo l’annuario del Comune al 31 dicembre 2021 gli abitanti sono risultati 84.852, mentre nel 2020 erano 84.986: 134 in meno, pari allo 0,16%. I dati Istat si discostano di qualche unità ma confermano la medesima tendenza. A fine 2021 i residenti sono risultati 84.793 mentre a fine 2020 erano 84.837: 44 unità in meno invece dei 134 in meno conteggiati da Ca’ Sugana. Dettagli che riguardano gli statistici, ma il concetto è lo stesso: la popolazione non aumenta.

Luigi Calesso (Coalizione Civica) osserva: «In buona sostanza le due fonti concordano nel registrare una sostanziale stabilità della popolazione cittadina nel 2021, dopo il netto calo registrato nel 2020, 642 unità in meno dovuto sostanzialmente all’aumento della mortalità causato dalla pandemia da Covid, che aveva seguito 7 anni di crescita ininterrotta del numero degli abitanti (dal 2013 al 2019)». Proprio l’annuario comunale evidenzia un aspetto: “Nel 2020 la pandemia del Covid ha causato il primo calo demografico (-0,75%) in otto anni”.


IL DETTAGLIO
Calesso sottolinea anche un secondo aspetto: «Le statistiche dell’Istat registrano come lo scorso anno il “saldo naturale” nascite e decessi sia stato negativo per 618 unità. È possibile che siano ancora gli effetti della pandemia, mentre il saldo migratorio (iscritti e cancellati all’anagrafe) è stato positivo per 574 unità». L’analisi finale è tagliente: «A conti fatti pare che non siamo ancora arrivati a quella inversione di tendenza nell’andamento demografico cittadino che, secondo il sindaco Conte, è sempre dietro l’angolo ma, in realtà, sembra continuare a non arrivare. È vero che la pandemia da Covid ha causato un peggioramento del saldo tra nascite e decessi, ma è altrettanto vero che il saldo migratorio è ben lontano dai livelli del 2013, del 2017 e del 2019, quando superava le mille unità». E poi c’è l’attrattività della città, che per Coalizione Civica non così forte come afferma l’amministrazione comunale. 


LA REPLICA
Il sindaco Conte non gradisce per niente questa lettura. E parte da un presupposto: analisi e riflessioni su presunti cali demografici o mancate crescite non possono essere fatti dopo due anni di pandemia, fattore che azzera tutto. «Sinceramente trovo quasi offensivo questo tipo di lettura dei numeri dopo due anni passati con una pandemia che ha avuto effetti terrificanti. Il più importante e doloroso è rappresentato dal 25% in più di mortalità rispetto alla media degli anni passati. Con un dato di questo genere, fare questo tipo di analisi grida vendetta. Mi auguro che il resto dell’opposizione si dissoci da simili discorsi. Parlare così rappresenta una mancanza di rispetto nei confronti di una città che ha passato anni bruttissimi, carichi di dolore». 


LA SFIDA
Anche sull’attrattività le opinioni non possono che essere diverse. Da una parte Calesso segnala che in città ci sono circa 5mila alloggi inutilizzati tra appartamenti, case singole e a schiera che restano vuoti ed evidenzia che certi servizi sono più cari rispetti a tanti altri comuni. «Quello che abbiamo già capito - incalza - è che la logica della città “per soli ricchi”, piena di appartamenti di lusso, non serve per far crescere la popolazione». Conte però respinge al mittente anche questa lettura: «Treviso poco attrattiva? Ma come si fa a dirlo? Basta vedere la città piena di cantieri come mai è stato prima. Senza contare che gli appartamenti in costruzione vengono venduti ancora prima di essere ultimati. Segnali che portano verso altre considerazioni, verso una città che ha passato un periodo durissimo per colpa del Covid ma che ha ripreso la sua crescita. Un processo che aveva subìto una brusca frenata per colpa del virus. E che adesso sta riprendendo. Le analisi, quindi, facciamole seriamente più avanti».
 

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