Ragazzo morto in Uzbekistan. «Mio figlio stava bene, è morto così, da un giorno all'altro»

Venerdì 21 Febbraio 2020 di Lucia Russo
Italiano morto in Uzbekistan. «Mio figlio stava bene, è morto così, da un giorno all'altro»

«Mio figlio stava bene, è morto così, da un giorno all'altro in Uzbekistan, dove viveva. Ora ci vorrà un mese per riportarlo in Italia». Giallo sulla morte di Giorgio Gheno, 27enne originario di Bessica di Loria. A parlare con voce flebile dal citofono della sua abitazione è il padre Giuliano che, chiuso nel dolore insieme alla moglie Anna Rosa e gli altri figli Laura e Renato, ripete: «Mio figlio stava bene, non aveva problemi». Giorgio è stato trovato morto in un appartamento a Tashkent, capitale dell'Uzbekistan dalle autorità locali che, allertate dalla famiglia del giovane, hanno trovato il corpo esanime all'interno del luogo dove viveva da circa quattro mesi.



A far preoccupare i parenti, era stata una totale assenza di contatti con il ragazzo da ormai tre giorni, una cosa alquanto insolita per lui che si faceva sentire con una certa frequenza proprio perché aveva scelto, appena finito il percorso di studi, di andare a lavorare all'estero, prima in Australia e poi in Uzbekistan. Proprio a Tashkent, Giorgio era riuscito a coniugare la sua passione per il fitness al mondo del lavoro diventando in pochi mesi uno stimato  sport trainer capace di fare consulenze mirate e schede sportive ad hoc a persone di tutte le età. Il mistero sulla sua morte si fa ancora più fitto anche per questo: Giorgio Gheno era un atleta in salute, come ha evidenziato anche il padre. Si parla di un malore improvviso, ma per chiarire cosa sia accaduto dentro l'appartamento sono al lavoro le forze dell'ordine e la sezione consolare dell'ambasciata italiana di Tashkent. «Siamo in contatto con l'ambasciata e il Comune ma purtroppo la normativa è molto complicata afferma il papà Giuliano Gheno Non sappiamo niente, nemmeno quando potremmo andarci a riprendere nostro figlio. Ci vorrà un mese per riaverlo a casa, devono prima concludere le procedure e poi potremmo riprendercelo».

L'AMBASCIATA
«L'ambasciata d'Italia a Tashkent in stretto accordo con la Farnesina segue con la massima attenzione il caso di Giorgio Gheno deceduto nell'Uzbekistan ed è in contatto con le autorità locali e i famigliari del connazionale per fornire ogni possibile assistenza» fanno sapere dalla Farnesina.

IL DOLORE
Ad attendere il ritorno di Giorgio per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio è un intero paese che in queste ore si è stretto attorno alla famiglia rispettandone allo stesso tempo anche il silenzio.

Desideriamo rimanere soli con il nostro dolore, hanno scritto i Gheno in un cartello appeso fuori dal cancello della loro villetta a Bessica. In paese tutti lo conoscevano sin da quando era piccolino perché aveva frequentato asilo ed elementari a Bessica, le scuole medie a Loria e aveva sempre preso parte al campo scuola. La sua famiglia è molto conosciuta soprattutto per il lavoro di papà Giuliano che, prima della pensione, aveva un allevamento famoso in tutto il mondo di cani di razza Mastino napoletano. Giorgio era un ragazzo che sapeva il fatto suo, amante dei viaggi e delle sfide tanto che, sia in Australia che in Uzbekistan, era riuscito ad ambientarsi perfettamente e in poco tempo. A New South Wales, città australiana dov'era andato a vivere dopo gli studi, Giorgio aveva aperto un profilo su un sito dedicato ad artisti e modelli. «Sono un principiante in questo settore anche se sono pronto a fissare le basi per consolidare la mia immagine si legge nella sua presentazione su Starnow Imparo molto velocemente e solitamente le persone rimangono sorprese per il modo in cui mi piace affrontare nuove esperienze e imbattermi in situazioni diverse». Non aveva esperienza nel settore dei ragazzi immagine ma aveva alle spalle un bagaglio lavorativo molto vario che lui stesso ha menzionato nel sito: receptionist, barista, cameriere, tecnico di laboratorio e alcune comparse in alcune pubblicità e commedie. Ma soprattutto era uno sportivo che sin da piccolo ha messo le basi per fare della sua passione un lavoro una volta diventato grande competendo anche in sport come il nuoto, la pallavolo, il kickboxing e il sollevamento pesi. Un ragazzo attivo, come i suoi 27 anni gli imponevano di essere, cultore del fisico e amante della vita. Ora spetterà alle autorità stabilire cos'è successo in quell'appartamento a Tashkent dove si era stabilito da 4 mesi e perché improvvisamente il suo cuore ha smesso di battere. 

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