TREVISO - Non è un politico con incarichi in corso, non è un consigliere comunale in attività e non è di Treviso città: questo l'identkit del fantomatico politico, cliente abituale della rete di spacciatori che rifornivano di cocaina la cosiddetta Treviso bene.
È lui il fantasma che esce dai corridoi del palazzo di Giustizia alimentando la psicosi del "consigliere drogato" che sembra aver colpito più di qualcuno a palazzo dei Trecento. Il nome al momento non si sa. O meglio: lo sanno perfettamente gli investigatori della Mobile che stanno portando avanti l'indagine e lo sa il pm che coordina il fascicolo. Poi basta.
Su tutta la vicenda vige il segreto istruttorio fino a quando le indagini non saranno chiuse. E solo allora la Questura provvederà a inviare agli ordini professionali i nomi dei professionisti presenti nella liste dei "clienti" della rete di spacciatori e, magari, a fornire qualche dettaglio in più anche sul politico in questione.
Fino ad allora restano solo le notizie ufficiali date nella prima, e unica, conferenza stampa quando è stata data la notizia dello smantellamento della rete. In quell'occasione si è parlato di un politico, senza specificare incarico, curriculum, generalità e zona di residenza. Ma nonostante questo, soprattutto in città, è subito partita la caccia al nome.
Così il politico generico, in un paio di passaggi, è diventato un consigliere di Palazzo dei Trecento. In carica per giunta. E, sempre senza avere un dato di fatto o una notizia concreta, è partito il valzer delle dichiarazioni. Il consigliere del Pd Nicolò Rocco ha subito chiesto al diretto interessato, chiunque esso fosse, di dimettersi; Davide Acampora (Fratelli d'Italia) e Mario Conte (Lista Gentilini) hanno invece proposto l'analisi dei capelli per tutti i consiglieri.
Un putiferio che si è trasferito anche su Facebook dove, ironicamente, qualcuno ha anche aperto le scommesse sull'identità del presunto sniffatore. Che a Palazzo dei Trecento, in realtà, non ha messo mai piede.
Ultimo aggiornamento: 08:39
© RIPRODUZIONE RISERVATA È lui il fantasma che esce dai corridoi del palazzo di Giustizia alimentando la psicosi del "consigliere drogato" che sembra aver colpito più di qualcuno a palazzo dei Trecento. Il nome al momento non si sa. O meglio: lo sanno perfettamente gli investigatori della Mobile che stanno portando avanti l'indagine e lo sa il pm che coordina il fascicolo. Poi basta.
Su tutta la vicenda vige il segreto istruttorio fino a quando le indagini non saranno chiuse. E solo allora la Questura provvederà a inviare agli ordini professionali i nomi dei professionisti presenti nella liste dei "clienti" della rete di spacciatori e, magari, a fornire qualche dettaglio in più anche sul politico in questione.
Fino ad allora restano solo le notizie ufficiali date nella prima, e unica, conferenza stampa quando è stata data la notizia dello smantellamento della rete. In quell'occasione si è parlato di un politico, senza specificare incarico, curriculum, generalità e zona di residenza. Ma nonostante questo, soprattutto in città, è subito partita la caccia al nome.
Così il politico generico, in un paio di passaggi, è diventato un consigliere di Palazzo dei Trecento. In carica per giunta. E, sempre senza avere un dato di fatto o una notizia concreta, è partito il valzer delle dichiarazioni. Il consigliere del Pd Nicolò Rocco ha subito chiesto al diretto interessato, chiunque esso fosse, di dimettersi; Davide Acampora (Fratelli d'Italia) e Mario Conte (Lista Gentilini) hanno invece proposto l'analisi dei capelli per tutti i consiglieri.
Un putiferio che si è trasferito anche su Facebook dove, ironicamente, qualcuno ha anche aperto le scommesse sull'identità del presunto sniffatore. Che a Palazzo dei Trecento, in realtà, non ha messo mai piede.