Paola Bettello in pensione da Ca' Sugana dopo 41 anni: «È stata la mia seconda casa»

Dalla segreteria generale ha visto all'opera la coppia Gobbo-Gentilini, quando il primo era sindaco e il secondo vice

Sabato 26 Novembre 2022 di Valeria Lipparini
Paola Bettello in pensione da Ca' Sugana

TREVISO - Mercoledì sarà l'ultimo giorno di lavoro per Paola Bettello, dopo 41 anni come dipendente di Ca' Sugana.

Si è misurata con ritmi e incartamenti di uffici diversi ma alla fine si è fermata in segreteria generale, vedendo sfilare sindaci e assessori degli ultimi vent'anni. «Il Comune è stata la mia seconda casa» sottolinea.


I POLITICI
Ha visto all'opera la coppia Gobbo-Gentilini, quando il primo era sindaco e il secondo vice. «Gobbo era carismatico. Diceva tre parole ed erano sufficienti per mettere tutti in riga. Genty era, invece, istrionico. Si compensavano, hanno formato un tandem amministrativo formidabile» ricorda Bettello. Poi, c'è stato Manildo e poi ancora Conte. «Giovanni è un grande conoscitore e amante di Treviso. Lo ha dimostrato in mille modi. Mario è una persona straordinaria, ha una prontezza e una visione della città eccezionale. Ho mantenuto ottimi rapporti con tutti loro» sottolinea l'impiegata più longeva di Ca' Sugana che i colleghi dipingono come una turbina che gira a pieno ritmo con, in più, una dose di simpatia invidiabile.


L'INIZIO
Ha iniziato nel 1981, quando aveva appena compiuto 21 anni, all'ufficio personale. «Provenivo dalla Regione, un ambiente nuovo e dinamico. E sono stata catapultata a Treviso dove alcuni colleghi avevano ancora le mezze maniche nere che indossavano sopra la camicia». Paola Bettello, è stata segretaria nei neonati quartieri per una decina di anni. «Da qui sono passati molti degli amministratori trevigiani». Quindi, 5 anni all'elettorale, quando le elezioni erano il pane quotidiano tra referendum, votazioni amministrative e politiche, e poi all'edilizia. Gli ultimi vent'anni nella segreteria generale e della presidenza del consiglio. «In questo ventennio ho avuto contatti con tutti gli uffici periferici del Comune e con i problemi concreti della città. E' un lavoro che ti sorprende ogni giorno. Ho mantenuto la mente sveglia, allenata». In mezzo a tanto lavoro ci ha infilato un matrimonio e due figli Andrea di 23 anni e Chiara di 21 anni. Oltre ad una vera passione per la pittura. «Era un hobby ma conto di farlo diventare una professione a tempo pieno» promette. E sta già preparando le prossime mostre, una anche a Milano. «Ricordo quando i consiglieri di quartiere si sono tassati per regalarmi un quadro che mi piaceva tanto» dice. E per il 30 novembre, suo ultimo giorno di lavoro, ha già in serbo una sorpresa per i colleghi: «Farò una bicchierata con tanti di loro. Non posso dire tutti pèerchè non mi basterebbe la liquidazione».
 

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