La furia omicida scatenata dalla gravidanza, il killer al pm: «Ecco la mia verità su Vanessa»

Venerdì 12 Gennaio 2024 di Maria Elena Pattaro
Bujar Fandaj, l'assassino di Vanessa Ballan

RIESE - «Voglio parlare di Vanessa». Bujar Fandaj ha deciso di raccontare la sua verità sulla storia d'amore clandestina finita nel sangue. Il 41enne kosovaro che il 19 dicembre ha ucciso a coltellate Vanessa Ballan, 26 anni cassiera dell'Eurospin, incinta di due mesi e mezzo, si farà interrogare dal pm Michele Permunian. Rinchiuso nel carcere di Santa Bona dalla sera del delitto, il kosovaro ha manifestato l'intenzione ai suoi difensori, le avvocate Chiara Mazzocato e Daria Bissoli. I due legali hanno già avanzato informalmente la richiesta alla Procura, che ha fissato l'interrogatorio per il prossimo 30 gennaio. Le accuse sono da ergastolo: il tinteggiatore deve rispondere di omicidio volontario pluriaggravato. All'udienza di convalida del fermo il tinteggiatore aveva scelto il silenzio. Dopo che la sera stessa dell'omicidio aveva chiamato il 112 dicendo di aver fatto «una brutta cosa» e di essere pronto a consegnarsi la mattina dopo, nel goffo tentativo di depistare le indagini facendo credere di essere altrove. Una dichiarazione che per la Procura ha valore confessorio. E che rafforza un quadro indiziario "granitico" secondo gli inquirenti, tra video dell'irruzione, arma del delitto e arnesi da scasso lasciati nella villetta di via Fornasette, a Spineda.

I TABULATI
Nel frattempo la difesa ha rinunciato al ricorso contro la custodia cautelare in carcere «essendo sorta la necessità di tutelare maggiormente la riservatezza della fase processuale in corso». Intanto, continuano le indagini concentrate sugli apparecchi telefonici di Vanessa e di Bujar. In Procura sono arrivati i primi esiti che riguardano i tabulati relativi alle telefonate partite da entrambi i cellulari, soprattutto nel periodo successivo alla denuncia per stalking che Vanessa aveva presentato contro Bujan. Le risultanze sono attese per fine mese. Un altro riscontro importante sarà l'esito del test del Dna sul feto che Vanessa portava in grembo per chiarirne la paternità. Il risultato è atteso entro fine mese. L'autopsia ha stabilito che la gestione fosse tra le 8 e le 10 settimane. Il concepimento sarebbe avvenuto quindi a ridosso del momento in cui la giovane ha denunciato il kosovaro. Il dettaglio della paternità è rilevante al fine di ricostruire il movente. La notizia della gravidanza potrebbe essere stata la miccia che ha fatto esplodere la furia omicida di Fandaj. L'uomo non si era mai rassegnato alla fine della relazione con la cassiera, con cui sperava di mettere su famiglia.

Vanessa lo aveva lasciato in estate, ma lui aveva continuato a tormentarla con chiamate, messaggi, appostamenti, aggressioni a casa e sul luogo di lavoro. L'avrebbe costretta ad avere altri rapporti sessuali dietro la minaccia di rivelare tutto al suo compagno. Come poi ha fatto: la sera del 25 ottobre Bujar aveva inviato a Nicola Scapinello un video inequivocabile sulla loro relazione clandestina. A quel punto Vanessa aveva deciso di confessare il tradimento e la persecuzione. La mattina dopo aveva presentato denuncia ai carabinieri. Era scattato quindi il Codice rosso con tanto di perquisizione a casa di Fandaj e sequestro dei cellulari. Per due mesi lui non si era più fatto vivo. Poi la vendetta.

GLI ACCERTAMENTI
Da qui la richiesta di chiarimento da parte della Procura generale sulla mancata richiesta di divieto di avvicinamento da parte del pm titolare del fascicolo. Una misura che il procuratore Marco Martani avrebbe chiesto, anche se secondo lui non sarebbe comunque bastato a fermare il killer. «Abbiamo trasmesso subito due relazioni alla Procura generale e la copia integrale del fascicolo relativo allo stalking. Siamo a disposizione per ulteriori chiarimenti». Ma al momento da Roma tutto tace: nessuna comunicazione ancora su eventuali ispezioni.
 

Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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