L'ombra delle mafie sulla truffa milionaria del Bonus facciate

Provvedimento di sequestro per 8 milioni di euro al 30enne calabrese Moscato, 3.3 milioni per il 55enne Criscuolo di Eraclea

Domenica 12 Marzo 2023 di Giuliano Pavan
Nell'inchiesta sul Bonus facciate risultano indagati anche Luigi Criscuolo e Francesco Leonardo Moscato

TREVISO - Si chiamano Francesco Leonardo Moscato e Luigi Criscuolo. Il primo ha 30 anni e abita a Vibo Valentia, il secondo ne ha 55 e vive ad Eraclea. In comune, oltre a essere tra i venti indagati nell’inchiesta della Guardia di Finanza di Treviso assieme al ragioniere di Ponte di Piave Giorgio Scarso, hanno il fatto di aver accumulato una fortuna in crediti fiscali proprio grazie agli incentivi statali dedicati alla ristrutturazione delle case. E di essere destinatari di un provvedimento di sequestro da capogiro: 8 milioni di euro il primo, 3,3 milioni il secondo. Ma non solo: entrambi i loro nomi sono comparsi in passato in processi legati alle mafie, ‘ndrangheta e camorra. Il primo, che è stato poi assolto, era finito sotto accusa per aver coperto la latitanza di un boss calabrese, il secondo è stato chiamato come testimone nel procedimento contro il “clan di Eraclea”, venendo definito “l’operaio” di Luciano Donadio

I PERSONAGGI

In pratica più di un quinto dei 51 milioni sequestrati due giorni fa dalle fiamme gialle trevigiane, tra conti correnti, quote societarie, beni e crediti fiscali, apparteneva a loro due. Francesco Leonardo Moscato è il fratello di Raffaele, 37 anni, ex trafficante e sicario del clan dei Piscopisani e oggi collaboratore di giustizia. Era uno dei tre moschettieri della cosca, assieme a Rosario Battaglia (il capo) e a Rosario Fiorillo, ed è reoconfesso dell’omicidio di Fortunato Patania, boss di Stefanaconi. Ma soprattutto il primo a “pentirsi” con il pool guidato dal procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri. Il fratello Francesco Leonardo, nel 2015, venne arrestato per l’accusa di favoreggiamento della latitanza di Salvatore Tripodi, ritenuto dagli inquirenti il boss dell’omonimo clan di Portosalvo. Accusa, come detto, da cui venne assolto. Anche Luigi Criscuolo finì in cella, molto tempo prima. Era il 2009 quando, mentre trasportava in auto mezzo chilo di cocaina che doveva arrivare sulle coste venete, decise subito di pentirsi. Trasporto di droga che, secondo Criscuolo, gli era stato commissionato da Antonio Pacifico, accusato di essere uno degli uomini di punta dei “Casalesi di Eraclea” guidati da Raffaele Buonanno e Luciano Donadio. Ed è proprio per “ripicca” nei confronti di Pacifico, che non avrebbe pagato la moglie di Criscuolo dopo il suo arresto e offerto l’aiuto promesso, che decise di collaborare con la giustizia.

La presenza di questi due nomi nell’inchiesta sul Bonus facciate ha messo la Guardia di Finanza di Treviso sull’attenti. 

I RAPPORTI

Se a Moscato i finanzieri sono arrivati per vie investigative legate alle attività nel territorio trevigiano del 30enne calabrese, Criscuolo è invece uno degli indagati che si è appoggiato al ragioniere Scarso per costituire una società edile a Eraclea e per inserire i dati nella piattaforma dell’Agenzia delle Entrate al fine di ricevere i crediti fiscali del Bonus. Crediti che, secondo le fiamme gialle, sono in parte già stati monetizzati dopo la cessione alle Poste, ad altre imprese individuali o a istituti di credito e spostati all’estero. «Non si può negare che la circolazione indiscriminata dei crediti d’imposta si sia prestata a rischi concreti di frode e di riciclaggio - afferma Francesco De Giacomo, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Treviso - Attività illecite realizzate in diversi casi da persone collegate a contesti criminali di un certo spessore, come dimostrato da diverse indagini portate a termine in svariate aree del territorio nazionale». Già, perché solo le fiamme gialle trevigiane, finora, hanno scoperto 230 milioni di crediti fittizi divisi tra i vari Bonus, ed è già partita la caccia all’estero dei proventi, grazie agli accordi di collaborazione internazionale tra forze di polizia. Ma soprattutto per capire chi siano i reali manovratori di questo tipo di frodi: la maggior parte degli indagati di questo filone d’inchiesta è composta da giovani dell’Est Europa, per gli inquirenti delle possibili teste di legno. 

Ultimo aggiornamento: 19:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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