ODERZO - «Venite, ho ucciso mia moglie».
LA VICENDA
Era il 4 novembre scorso, poco dopo le 9.30, quando tra marito (ormai ex) e moglie è scoppiato l’ennesimo litigio all’interno di un appartamento di un complesso residenziale in via Sgarbariol a Oderzo, a lato della caserma Zanusso, ricavato dalla riconversione degli ex magazzini Salpa. Una lite scaturita sia per motivi di gelosia che economici. L’operaio accusava la moglie di sperperare tutti i soldi della famiglia al videopoker. Ha cominciato a colpirla al capo e in altre parti del corpo con un mattarello in legno. Dopo il raptus, era stato lo stesso aggressore che, in modo confuso, aveva detto alle forze dell’ordine di aver ucciso la moglie. Per fortuna non è stato così. I soccorritori che si sono presi cura di lei l’hanno trovata sanguinante ma cosciente. Chiazze di sangue erano nell’appartamento, che si trova al primo piano, ma anche sullo zerbino e sull’uscio di casa.
LA DIFESA
Durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto, il 58enne si era difeso dicendo di aver perso la testa: «Non so cosa mi è preso: stavamo litigando e l’ho colpita ma non volevo ucciderla». Davanti al giudice aveva aggiunto: «Stavo facendo il pane, avevo il mattarello in mano e in un attimo l’ho colpita». La donna aveva già presentato istanza di separazione dal marito, ma poi aveva deciso di riaccoglierlo in casa. Cinque mesi più tardi si è verificato l’episodio. «Se avesse voluto ucciderla avrebbe impugnato un coltello o comunque qualcosa che provocasse la morte, non un mattarello - aveva sottolineato l’avvocato Muzzupappa - Il suo è stato un gesto istintivo». Motivo per cui aveva chiesto la derubricazione del reato in lesioni gravi.
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